E strage di cani randagi nel trapanese. I poveri quattro zampe, sono stati uccisi con del cibo avvelenato. L’Ente Nazionale Protezione Animali, ha denunciato il fatto esprimendo tutta la sua indignazione per l’accaduto. Il terribile evento ha avuto luogo a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Cinque cani randagi hanno perso la vita a causa di bocconi di cibo avvelenato, che ha colpito gli ignari quattro zampe, uccidendoli.
A rendere pubblico lo scabroso fatto, è stato l’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali. L’associazione, della sezione locale, ha pubblicato l’accaduto sul proprio profilo Facebook ufficiale. L’associazione lancia inoltre un appello, sollecitando tutti i cittadini, che abitano nelle zone limitrofe all’accaduto, di fornire ulteriori informazioni, proveniente probabilmente dalle telecamere di sicurezza, installate sulle diverse abitazione. Il sindaco della città, Nicolò Cristaldi, ha dichiarato: “Un atto selvaggio e crudele non assolutamente in linea con la nostra civiltà e con il nostro modo di vivere nel pieno rispetto degli amici a quattro zampe”.
Anche nella città di Torino, sono diventate sempre più frequenti le segnalazioni, che denunciano casi di cani avvelanati con il cibo. Il capoluogo piemontese lancia l’allarme delle “polpette avvelenate”. La Regione, interviene praticamente per garantire maggiore tutela agli animali. I più colpiti sono i cani randagi, che in questo caso risultano essere i più a rischio da avvelenamento volontario. Il gesto inaccettabile, è fatto contro animali sgraditi ad alcune persone. I casi di avvelenamento e maltrattamento dei cani si sono fatti sempre più intensi; sono giunte segnalazioni direttamente alla Polizia Municipale della Città di Torino.
Per ovviare al diffondersi di casi sempre più frequenti e soprattutto, per far si che nessun cane, debba più perire, contro la cattiveria di certi esseri umani intolleranti; il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino ha disposto da qualche tempo di un’unità cinofila antiveleno. Questa unità speciale è composta dall’istruttore direttivo di vigilanza Carlo Geymonat e dal cane pastore australiano Myrtille. Inoltre, l’attività dell’unità cinofila antiveleno si svolge in collaborazione con il Gruppo Cinofilo Antiveleno regionale.
Martedì 13 novembre, nel pomeriggio, si sono svolte alcune esercitazioni dell’unità cinofila in aree verdi della città di Torino. Le esercitazioni hanno avuto luogo per testare la capacità del cane di riconoscere con il suo fiuto molto sensibile eventuali bocconi avvelenati. La consigliera metropolitana, delegata alla tutela della fauna e della flora, Barbara Azzarà, sottolinea: “Oltre ad essere un metodo molto scorretto di soluzione di un eventuale problema di convivenza tra animali e uomo, l’abbandono di esche e bocconi avvelenati è un reato”.
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