Il 23 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Tartarughe; ricorrenza atta a ricordare che questa specie, tra le più antiche al mondo, merita di essere tutelata. Il World Turtle Day è stato istituito dall’Organizzazione no-profit American Tortoise Rescue nel 1990; da allora, l’intento è di sensibilizzare sulle condizioni di questa specie e sullo stato degli habitat in cui vive.
La Giornata Mondiale delle Tartarughe vuole porre il focus su queste creature e su come sia possibile tutelarle. Come suggeriscono i dati dell’Ispra in Italia esistono almeno 8 specie di tartarughe (5 di terra e 3 di mare), ma la maggior parte sono a rischio estinzione; la ricorrenza che si celebra il 23 maggio è atta proprio ad accelerare l’attenzione su questo rettile antichissimo che potrebbe rischiare di scomparire.
Sulla Terra da oltre 200 milioni di anni, sono soprattutto alcune le specie che si trovano nella Lista Rossa delle specie a rischio. La minaccia principale? L’inquinamento causato dall’uomo. Tanto che uno studio ha definito questi rettili: le “Tartarughe plastificate” del Mediterraneo.
Dal 1990, il 23 maggio, si celebra la Giornata Mondiale delle Tartarughe che apre la pista alla Giornata Mondiale delle Tartarughe Marine celebrata il 16 giugno. A volere il World Turtle Day è stata l’Organizzazione no-profit American Tortoise Rescue con l’intento di sensibilizzare verso la tutela di tutte le specie appartenenti a questa categoria di rettili. Benché si tratti di una specie tra le più antiche al mondo, oggi, potrebbero trovarsi a rischio sopravvivenza. Uno studio pubblicato nell’agosto del 2021 da Elsevier definisce questi rettili: “Tartarughe plastificate“; un chiaro riferimento alla plastica presente nei mari che sta compromettendo la vita di molte specie.
Come spiega la ricerca, infatti, la plastica creata dall’uomo è già una parte intrinseca del corpo di alcuni animali come balene, delfini e soprattutto tartarughe. ad evidenziare questo aspetto lo studio dal titolo: “First study on the presence of plastic additives in loggerhead sea turtles (Caretta caretta) from the Mediterranean Sea“. Esemplari come la Caretta Caretta, per esempio, o la Chelonia mydas, sono nella Lista Rossa dell’Iucn. È la plastica in mare una delle principali minacce di questa specie; pericolo che potrebbe essere debellato solo con un’azione più responsabile da parte dell’essere umano.
Basterebbero pochi semplici gesti per tutelare questi animali in pericolo; ma tutto deve scaturire da atteggiamenti responsabili e consapevoli. Grazie ad azioni solidali e attente si possono salvare migliaia di animali a rischio. Un ottimo punto di partenza, ad esempio, se si sceglie di vivere con una tartaruga, è di adottarla invece di acquistarla; sono tante le creature nelle strutture che, non potendo più essere reintrodotte nei loro ambienti naturali, cercano una casa. La maggior parte di questi animali è portata illegalmente fuori dal loro habitat o è vittima di traffico internazionale; quindi non toglierle mai dal loro habitat (tranne che in caso di emergenza) è la via concreta per tutelarle.
Ed infine, ridurre a zero l’impatto sugli oceani è il modo più efficace per tutelare le tartarughe e tutte le altre specie minacciate dai rifiuti in mare. Il bacino del Mediterraneo è caratterizzato da un’elevata biodiversità, ma questi ecosistemi sono in pericolo per via dell’inquinamento da plastica. Rispettare la natura è un passo importante per fare in modo che gli ecosistemi sopravvivano e che creature come le tartarughe non vivano costantemente in pericolo.
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