Esistono due occasioni, a livello mondiale, in cui si ricorda il fascino e l’importanza degli uccelli migratori; celebrate per ricordare il viaggio di ‘andata’ e il viaggio di ‘ritorno’ di moltissimi volatili in tutto il mondo, le Giornate Mondiali degli Uccelli Migratori, ricadono nella seconda settimana di Maggio e nella seconda settimana di Ottobre.
Il fascino della migrazione colpisce da sempre appassionati del mondo animale e della natura. Gli uccelli migratori, che nel mondo sono migliaia, conservano infatti delle caratteristiche precise che li conducono a compiere viaggi incredibili; avvolte anche dall’altra parte del mondo.
La migrazione è fondamentale per la sopravvivenza; ma continue minacce, come ad esempio il cambiamento climatico, mettono a rischio (ogni anno) moltissime specie. Per questo nascono le due Giornate Mondiali degli Uccelli Migratori; ricorrenze atte a ricordare l’importanza di tutelare ogni creature indispensabile agli ecosistemi e al Pianeta.
L’obiettivo delle Giornate Mondiali dedicate agli uccelli migratori è, principalmente, quello di attirare l’attenzione su tutte le minacce che questi volatili, ogni anno, devono superare per arrivare a destinazione. Migrare è un’attività fondamentale per garantire la sopravvivenza della specie; ma se non si attivano programmi di tutela potrebbe essere difficile mantenere la conservazione di tanti magnifici piumati. Tra le minacce più consistenti, sicuramente, il cambiamento climatico che stravolge gli habitat di partenza e destinazione; ma non si tratta dell’unico pericolo per gli uccelli migratori.
Le due Giornate Mondiali sono state istituite dalle Nazioni Unite a partire dal 2006; l’intento è di attirare l’attenzione pubblica sull’importanza ecologica degli uccelli migratori e sulla necessità di garantire protezione agli animali e ai loro habitat. La migrazione conserva delle caratteristiche estremamente affascinati; ma benché siano moltissime specie a migrare, non si tratta di tutti gli uccelli. Tuttavia, la maggior parte dei volatili compie comunque spostamenti più o meno lunghi, per poter raggiungere l’obiettivo primario: ovvero sopravvivere.
Sono le variazioni climatiche stagionali a ‘costringere’ gli uccelli a cercare un posto più accogliente in grado di fornire cibo e condizioni climatiche necessarie alla sopravvivenza. Al mondo esistono moltissimi uccelli migratori e tanti compiono viaggi incredibili; come, ad esempio, la Sterna artica, che dalle falesie e le spiagge dei mari del Nord, raggiunge addirittura il Polo Sud, dopo un viaggio medio di oltre 17.000 Km; viaggio incredibile anche quello della Cannaiola verdognola che arriva in Sud Africa provenendo dall’Europa; e poi ancora il Falco della Regina che, ogni anno, vola fino in Madagascar.
Il fascino della migrazione, oltre a risiedere nelle straordinarie capacità di orientamento, si trova anche nelle varie strategie messe in atto dai volatili prima di compiere il viaggio; infatti, gli uccelli migratori compiono delle vere e proprie mutazione fisiologiche e comportamentali in vista della partenza. Prima della migrazione i volatili cambiano l’alimentazione, integrandola con cibi ricchi zuccheri e modificano il metabolismo, aumentando la sintesi dei lipidi; questo permette al grasso di accumularsi più velocemente e comportare un aumento di peso necessario a sostenere il viaggio. Inoltre, nella settimana che precede la migrazione gli uccelli migratori (anche se non proprio tutti) compiono la muta; questo gli consente di risparmiare energia ed aumentare l’efficienza di volo. Infine, tra i mutamenti si registra anche un cambiamento nel comportamento; ormoni e neuroni, in vista della partenza hanno degli sbalzi che rendono gli uccelli più inquieti.
La migrazione è una ‘lotta‘ contro il tempo e contro le minacce. Benché si tratti di un’attività estremamente complessa che, a tratti, potrebbe rivelarsi pericolosa, la vera minaccia per gli uccelli migratori non è il fenomeno in sé ma altri agenti collaterali. I cambiamenti climatici che stanno stravolgendo gli habitat sono un profondo ostacolo per questi animali; tuttavia, l’uomo (come nella maggior parte dei casi) risulta essere il principale artefice dei pericoli.
Il calo osservato negli ultimi anni rispetto alla popolazione di uccelli migratori, dipende soprattutto dalle attività dell’uomo; un esempio solo le grande modifiche ambientali (a fronte dell’urbanizzazione) nelle zone di svernamento, in quelle di transito e nei siti riproduttivi. Poi esiste il bracconaggio, piaga che rischia di sterminare intere specie per sempre; a questo si aggiungono tutti quei fattori che terminano la crisi climatica a cui l’uomo ha dato un grosso contributo. Insomma, il primo passo per tutelare gli animali e acquisire consapevolezza, anche in questo caso, dei rischi derivati dalle azioni irresponsabili.
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