Il 28 aprile si celebra la Giornata Internazionale per la salvaguardia delle Rane; ideata dall’Associazione Save The Frogs! nasce nel 2009. Si tratta di una ricorrenza atta a ricordare l’importanza della tutela di diverse specie di anfibi che oggi rischiano seriamente l’estinzione.
In diverse parti del mondo rane, rospi ma anche salamandre e altri anfibi sono seriamente a rischio a causa di diverse circostanze. La Giornata Internazionale per la salvaguardia delle Rane nasce proprio con lo scopo di sensibilizzare verso la tutela di queste creature; troppo spesso ignorate.
Ideata dall’associazione Save The Frogs! nasce nel 2009 e da allora la portata della manifestazione è cresciuta negli anni. Tutelare gli anfibi, che stanno sparendo ad una velocità sempre più preoccupante, è l’obiettivo di tutti gli eventi sparsi nel mondo e che si svolgono in quest’occasione.
Gli anfibi sono tra le creature più antiche del nostro Pianeta. Si trovano sulla Terra da oltre 300 milioni di anni; tuttavia, negli ultimi decenni un numero incredibile di specie si è estinto per sempre. Secondo alcune stime ufficiali, sarebbero circa 168 le specie estinte negli ultimi anni. L’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) riferisce che circa il 41% delle specie valutate appartengono alle categorie minacciate presenti nella Lista Rossa.
Le rane così come molti altri anfibi sono fondamentali agli ecosistemi; occupano, infatti, ruoli essenziali all’interno della rete trofica nella quale sono stanziati. Queste creature sono importanti bioindicatori; è attraverso molti anfibi, infatti, che è possibile valutare lo stato di salute di fiumi e laghi. Nonostante tutto, però, rane, rospi e anfibi stanno letteralmente scomparendo dal Pianeta; ed è come constatazione di questa situazione che nasce la Giornata Internazionale per la salvaguardia delle Rane che, come le altre ricorrenze ti questo genere, hanno lo scopo di sensibilizzare verso ogni specie a rischio.
La principale minaccia alle rane e a molti altri anfibi è la distruzione dei loro habitat naturali. La maggior parte di queste specie, infatti, si trova nelle foreste tropicali ed equatoriali; aree sottoposte a continui stress a causa di fenomeni quali deforestazione e urbanizzazione. A questo si aggiunge la piaga dell’inquinamento che colpisce, in maniera consistente, anche fiumi e laghi; e a contribuire all’estinzione di specie autoctone anche la presenza di specie aliene introdotte dall’uomo in ecosistemi diversi da quelli di origine. E se tutto questo non bastasse, negli ultimi anni si sta registrando anche il diffondersi di una malattia che crea problemi neurologi alle rane e ne altera la respirazione cutanea: la chitridiomicosi.
Tutti questi fattori, congiunti all’emergenza climatica che sta devastando interi ecosistemi, stanno causando la scomparsa di biodiversità tra le più drammatiche mai registrate. A fronte di questo è importante capire cosa si può fare per salvare queste specie in pericolo; il primo passo è adattare il proprio stile di vita al benessere dell’ambiente e compiere dunque scelte responsabili e il più possibile sostenibili. Secondariamente anche rendere i propri orti e i propri giardini accoglienti per gli anfibi, potrebbe essere un ottimo contributo alla conservazione di molte specie. Inoltre, una buona azione è, senza dubbio, comunicare eventuali osservazioni di anfibi su piattaforme di citizen science come Ornitho o iNaturalist. Sostenere associazioni, enti e istituzioni che si occupano della salvaguardia di queste specie è un contributo importante; così come sensibilizzare l’opinione pubblica. Comprendere che ciascuno può fare la propria parte è il primo passo per salvare le rane e tutte le specie a rischio.
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