Pare che a Milano sia in atto un’invasione di animali esotici. A rivelarlo è stata una recente intervista rilasciata dal dottore Sebastiano Gerosa. Responsabile del reparto ‘esotico’ della clinica veterinaria San Francesco. Serpenti, iguane, camaleonti, sono solo alcuni dei pazienti in cura dal dottore Gerosa. Il veterinario ha parlato con il quotidiano Il Giorno di Milano, al quale ha raccontato, di quanti sono e soprattutto chi sono i pazienti dei quali, deve prendersi cura durante i suoi turni di lavoro.
Durante l’intervista il dottor Sebastiano Gerosa, ha spiegato, che nel suo reparto, giungono sempre più pazienti esotici. Tra gli ultimi ammalati, un pitone reale che ha appena fatto la muta e sta poco bene. Una pogona vitticeps, meglio conosciuta come una grossa lucertola che proviene dall’Australia. La lucertolona pare sia affetta da un’importante infezione alla coda. Tra gli ammalati anche un camaleonte. malato.
La presenza di animali esotici ‘domestici’ è sempre più frequente; ed è questo che ha fatto sì che la clinica San Francesco in via Newton a Milano, oltre ad occuparsi di cani, gatti e conigli, aprisse un reparto dedicato alla cura esclusiva degli animali esotici, con un pronto soccorso attivo 24 ore su 24. Tra gli animali ‘particolari’ presenti nella clinica, lo scorso anno, 2018, è arrivato anche il Caracal, un felino selvatico avvistato per il centro di Milano, tenuto a guinzaglio. Il felino è stato sequestrato dai carabinieri e poi riconsegnato alla proprietaria. Con il dottore Gerosa lavora un’équipe specializzata in specie non convenzionali con sette veterinari: i ricoverati sono dieci.
Intervistato dal giornalista che gli ha chiesto come mai avesse scelto di occuparsi di animali esotici, il dottor Sebastiano Gerosa, ha risposto: “La medicina del cane e del gatto è molto simile a quella umana. Per altre specie occorre conoscenza approfondita della semiotica, bisogna sapere interpretare i segni che orientano verso la diagnosi, spesso criptici”. Il dottor Gerosa ha poi aggiunto: “Parliamo del coniglio che, dopo cane e gatto, è il pet più visitato. Non è facile capire quando è malato, perfino quando ha una frattura. Non mostra il suo malessere e per un motivo ben preciso: in natura è una preda, se mostrasse dei segni sarebbe il primo ad essere catturato. Se sta poco bene, smette di mangiare. A chi ne vuole adottare uno spiego sempre che non bisogna chiuderlo in gabbia tutto il tempo. Il coniglio deve essere libero di circolare per casa”.
Inoltre, è stato chiesto al dottor Gerosa, come spiegasse il fatto che proprio a Milano, siano stati avvistati animali, non appartenenti all’ecosistema del nostro Paese. Tra questi una particolare specie di pappagalli, i parrocchetti e anche di rettili, come boa o pitoni. Il veterinario a chiarito la questione spiegando prima in merito ai parrocchetti: “E’ plausibile che siano emigrati dal Nord Africa. In generale possiamo dire che le specie alloctone nell’ecosistema creano squilibri. Alcune procurano danni impressionanti: il Naviglio è pieno di trachemys scripta elegans, tartarughe d’acqua abbandonate quando crescono. Sono carnivore e fanno sparire tutti i pesci”. Ed ha poi aggiunto riguardo ai rettili: “I più diffusi a Milano sono proprio le tartarughe, di acqua e terra. Poi i camaleonti e, tra i serpenti, boa e pitoni. Gli esemplari velenosi sono vietati”.
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