La notizia è di poche ore fà, nella serata del 27 novembre del 2018, è stato comunicato che in Australia sono state trovate circa 30 balene morte. Una vera è propria strage, inspiegabile. Adesso si teme un’allerta squali. A fare la scoperta sconvolgente, è stato un pilota di un aereo privato che, sorvolando il Croajingolong National Park nello stato di Victoria, ha avvistato le balene spiaggiate. Una strage, dal sapore sicuramente macabro oltre che estremamente triste. Il pilota ha immediatamente allertato i soccorsi, ma purtroppo non è stato possibile fare molto.
I soccorritori, giunti sul posto indicato dal pilota, hanno trovato 8 dei cetacei, ancora vivi, ma agonizzanti. Insieme alle balene, si trovava inoltre anche una megattera, che sembrava però essere deceduta precedentemente rispetto alle balene. Purtroppo è stato impossibile salvare gli animali, anche quelli vivi, riversavano in condizioni troppo critiche per poter fare qualcosa che le aiutasse. A questo punto, i biologi, hanno raccolto campioni dagli animali per cercare di capire i motivi per cui le balene si sono spiaggiate.
Secondo quanto riferiscono, gli esperti, lo spiaggiamento delle balene, purtroppo non è raro. I cetacei infatti, viaggiano in branco. Se il capobranco è malato o ferito, il resto degli animali non lo abbandona e lo segue, a volte, come in questo caso, anche fino alla morte. Tra le cause però ci potrebbe essere anche l’attacco di predatori, come gli squali che spingono i cetacei, sulla spiaggia. A fronte di questo pericolo, le autorità australiane, hanno emesso un allerta alla popolazione locale per l’aumento dell’attività degli squali nella zona.
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Un ritrovamento davvero incredibile e spaventoso, si è registrato in una delle spiagge più grandi del mondo. Una cosa che ha lasciato tutti gli esperti senza parole: oltre 14o cetacei spiaggiati e morti. I mammiferi, sono stati avvistati in una zona della Nuova Zelanda. A condannarli è stato il loro spirito di branco. Il forte legame sociale che questa specie di delfino di grandi dimensioni, crea, questa volta è risultato fatale a ben oltre 140 esemplari, Per i Globicefali, questo il loro nome, succede che quando il capobranco finisce a terra perché stordito o malato, tutti gli altri lo seguono.
L’allarme, lanciato nella notte ha allertato gli operatori del Dipartimento della Conservazione, che sono giunti sul posto per verificare l’accaduto. Lo spettacolo che gli esperti hanno trovato è stato terribilmente indescrivibile. 140 tra questi grandi delfini, lunghi tra i 5 e i 6 metri, morti sulla riva del mare. La maggior parte dei grossi cetacei spiaggiati purtroppo non è riuscita a sopravvivere. I pesci infatti, soprattutto se di peso superiore alla tonnellata, come i Globicefali, non possono vivere sulla terraferma. L’organismo di queste creature, necessita di essere sostenuto dall’acqua che impedisce loro di soffocare a causa del loro stesso peso.
I soccorritori del Dipartimento di Conservazione, giunti sul posto dell’accaduto, erano troppo pochi rispetto al numero spropositato di cetacei spiaggiati. Inoltre l’arrivo dei volontari è stato impedito dal fatto che la zona era troppo remota e difficile da raggiungere. Tra il dispiacere generale, il capo del Dipartimento, Ren Leppens, ha confessato: “Il trattamento più umano è stata l’eutanasia. Ma è sempre una decisione straziante“.
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