Per Pasqua vige una tradizione che non è gradita agli animalisti e ai tanti che hanno a cuore gli animali: mangiare carne d’agnello. Secondo un’usanza antica, infatti, per la domenica che celebra le feste pasquali, questa piccola creatura rappresenta la portata principale; tuttavia, secondo una nota diffusa da AIDAA il 2022 presenta un notevole calo della richiesta.
Anche se mancano meno di tre settimane alla festa di Pasqua il 2022 si sta registrando un notevole calo di prenotazioni e richieste di carne d’agnello. Un trend che, secondo quanto riporta un comunicato diffuso da AIDAA, rispetterebbe quello degli anni precedenti.
La nota diffusa dall’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente rivelerebbe quanto, ad oggi, le proteste contro chi chiede di non macellare questi piccoli animali stiano trovando sempre più approvazione tra le persone. Tuttavia, la macellazione di agnelli non è un fenomeno ‘debellato’.
Pasqua senza agnello?
Secondo quanto riporta una nota diffusa ad AIDAA, a meno di tre settimane dalla celebrazione della Pasqua Cattolica, i primi dati sulle prenotazioni di carne d’agnello riporterebbero una diminuzione rispetto al 2021. Un trend che sembra svilupparsi in maniera, piuttosto, costante negli ultimi anni; calo che pare sia stato registrato non solo durante il periodo pasquale, ma in tutto il resto dell’anno.
Una buona notizia per chi tiene a tutelare questi animali che, praticamente appena nati, sono destinati a rappresentare la portata principale in molte tavole. Rispetto alla Pasqua 2021, rivela AIDAA, il trend vede una diminuzione di richiesta di carne di agnello che si attesterebbe sul -40%. Una tendenza che sembra rimanere in linea con quella degli anni precedenti; infatti, dal 2010 al 2016 mediamente era scesa del 50%. Tuttavia, anche se il calo è evidente, dal 2016 ad oggi la richiesta era calata solo del 35%.
In Italia una tradizione che persiste
Anche se alla Pasqua mancano tre settimane, le stime dimostrano che le prenotazioni di carne d’agnello si sono abbassate notevolmente. E come suggerisce l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (da sempre vicina a tutte le cause animaliste), il trend potrebbe subire delle variazioni anche in conseguenza ai prezzi che la carne d’agnello ha raggiunto nelle macellerie. Per riportare un esempio, AIDAA rivela che il cosciotto si aggira tra i 22 ed i 25 euro al kg; e il prezzo potrebbe subire un incremento del circa 10% nei giorni immediatamente prossimi alla Pasqua.
Così come il tacchino per la Festa del Ringraziamento negli Stati Uniti, anche l’agnello ‘pasquale’ potrebbe iniziare a conquistare una certa ‘pace’ auspicata dagli animalisti. Ma pare che l’abbandono totale del consumo di questa carne sia ancora una chimera. Come scrive AIDAA, infatti: “Lo scorso anno in Italia sono stati uccisi circa 2 milioni di agnelli di cui 300.000 nel periodo pasquale. Ovviamente parliamo di capi macellati e non allevati in quanto ogni anno in Italia vengono importati 750.000 agnelli i quali non dimentichiamolo prima di essere uccisi devono sottoporsi a viaggi massacranti che durano fino a 32 ore“. Una situazione, dunque, che gli animalisti non possono non porre sotto l’attenzione di tutti.
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