Avvenuto nelle ore scorse, pare si tratti, purtroppo, dell’ennesimo caso che colpisce i fenicotteri; una lenza uccide un esemplare. Una vittima che si va ad aggiungere, tristemente, alla lunga lista di animali, e di questi voltatili in particolare, che pagano le conseguenze dei rifiuti provenienti dalle attività di pesca e lasciati volontariamente in acqua.
I tentativi di salvataggio del fenicottero
L’ultimo fenicottero che ha perso la vita a causa di una lenza abbondata in acqua si chiama Fenu; un esemplare femmina che i volontari della Lipu avevano soccorso nella laguna Marcedd’, nell’Oristanese. L’animale era stato recuperato dopo una lunga fase di monitoraggio; il pennuto, sicuramente spaventato dalla sua anomala condizione, aveva pensato di scappare al primo tentativo di salvataggio.
Dopo il primo avvistamento nella laguna, lo scorso 6 febbraio, una volontaria della Lipu aveva monitorato le condizioni dell’animale; notando il peggioramento del fenicottero era risultato necessario recuperarlo per sottoporlo a delle cure mediche. La prima operazione di soccorso, effettuata il 9 febbraio, non aveva portato ad un esito positivo; i volontari erano riusciti a recuperare l’animale soltanto una settimana dopo, quando ormai esanime il fenicottero giaceva nel fango.
L’ennesima vittima
Recuperato, dopo un momento di debolezza dell’animale, il fenicottero si trovava presso la clinica veterinaria Duemari quando si è spento, dopo le conseguenze del grave incidente. La lenza si era aggrovigliata dalle zampe fino al collo del fenicottero, impedendogli di potersi alimentare; la sofferenza e la debolezza hanno preso il sopravvento e il fenicottero non è riuscito a salvarsi. Come hanno tenuto a precisare dalla Lipu i fenicotteri, che rappresentano il simbolo delle zone umide di Oristano, sono sempre più spesso vittime dei fili di nylon utilizzati per la pesca e poi lasciati incustoditi in acqua. Gabriele Pinna della Lipu di Oristano ha rivelato che negli ultimi anni molti volatili si sono trovati in condizioni simili a quelle di Fenu; di questi alcuni sono riusciti a salvarsi, altri purtroppo non ce l’hanno fatta.
Scrive Ansa, riportando le dichiarazioni dei volontari di Lipu: “Nonostante anni e anni di esperienze di recuperi, non sempre andati a buon fine, questa vicenda ci ha profondamente segnati. Non ci abitueremo mai alle terribili conseguenze di comportamenti umani sconsiderati. L’abbandono (a volte inconsapevole) di reti e lenze, talvolta con ami, provocano spesso la morte di uccelli e altri animali selvatici, come piccoli mammiferi o tartarughe marine. Ecco perché abbiamo voluto raccontarvi questa storia, per denunciare ancora una volta il fenomeno e per condividere con voi la frustrazione che proviamo“. La Lega Italiana Protezione Uccelli, inoltre, fa sapere che il fenomeno dell’abbandono di lenze e altri strumenti simili è stato già segnalato alla capitaneria di Porto, al Corpo forestale e ai sindaci; ma occorre continuare a denunciare.
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