Legale non è sempre sinonimo di morale; è su questo concetto che si battono le associazioni animaliste che si scagliano contro la caccia al trofeo. Si tratta di uno sport in cui gli animali di grossa taglia (leoni, elefanti, rinoceronti per fare qualche esempio) sono cacciati allo scopo di usare la loro testa, le loro corna o le loro zanne come trofei da esibire nelle stanze di appartamenti o circoli.
Molte stime riferiscono che la caccia al trofeo sia spesso la cause dell’uccisione di centinaia di migliaia di animali selvatici ogni anno; molti di questi appartengono persino a specie in via d’estinzione o protette. Ma dietro questa pratica, come cita un rapporto redatto dalla Humane Society International, “ci sono diversi gruppi di interesse e associazioni di caccia. Nonché organizzatori di eventi, allestitori e trasportatori che, attivamente si danno da fare per promuovere e proteggere la caccia, nonché le pratiche di caccia al trofeo“.
Le accuse degli animalisti alla caccia al trofeo
I sostenitori della caccia al trofeo ritengono che dietro a questo ‘sport’ ci sia la conservazione della specie e il supporto alle comunità locali; tuttavia, pare assurdo pensare come l’uccisione possa garantire la protezione degli animali. Tra il 2014 e il 2020, solo l’Italia ha importato 437 trofei di caccia provenienti da specie protette a livello internazionale; benché questo sia considerato legale, secondo un’indagine l’86% degli italiani si oppone alla caccia al trofeo di tutti gli animali selvatici.
Leoni e leonesse adulti lasciati liberi nell’area di caccia, giraffe uccise dopo aver corso ore fino allo sfinimento, elefanti stremati, sono questi gli animali ‘oggetto’ delle cacce al trofeo. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di animali in età riproduttiva e nel pieno delle forze. Oltre all’immoralità attribuitagli dalle associazioni animaliste, ad essere oggetto di denuncia di questa pratica è il fatto che, se ad essere cacciati sono animali che svolgono il ruolo di guida e protezione del branco, le conseguenze possono essere dannose per tutti gli altri esemplari. Per fermare questa pratica l’Humane Society International ha organizzato la campagna #NotInMyWorld; essa ha lo scopo di informare i cittadini italiani che, “ancora oggi, incredibilmente non c’è una legge che impedisca di trasformare le zampe di elefante in vasi da fiore e posacenere, i colli di giraffa in lampade da terra e gli orsi polari in scendiletto“.
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