Dopo l’arrivo, nei mesi scorsi, del gatto Pupi e del Barboncino, a Lampedusa è sbarcata anche una pecora insieme ad un gruppo di 13 migranti tunisini. Si tratta del terzo animale giunto con una delle carrette che, attraversando il mare aperto e le sue intemperie, trasportano decine di persone da uno stato all’altro. L’imbarcazione è stata intercettata dalla Guardia Costiera, mentre era alla deriva, a circa 30 chilometri dall’isola; nella barca, oltre l’ovino, due donne, tre minori e otto uomini.
Dopo l’arrivo della pecora a Lampedusa, i responsabili della struttura di accoglienza che ospita i migranti hanno sistemato l’animale all’interno di un piccolo recinto, nei pressi del centro; allertati i servizi veterinari dell’Asp di Palermo, al momento l’animale sta trascorrendo i suoi giorni sull’isola in quarantena.
La pecora accolta a Lampedusa
Secondo quanto riferiscono dal centro accoglienza, nei prossimi giorni un medico del servizio veterinario dell’Asp di Palermo si recherà sull’isola per visitare la pecora. Dopo il controllo il medico sarà in grado di stabilire se l’animale è in buona salute; solo in quel momento l’ovino sarà ritenuto, eventualmente, idoneo per poter ricevere la certificazione per poter dare l’animale in affidamento.
Il caso dell’ovino non è isolato; non si tratta della prima creatura del mondo animale, infatti, che arriva a Lampedusa con una barca che trasporta gruppi di migranti sull’isola. A luglio del 2020 con undici tunisini un cane Barboncino; allora, dopo essere stati intercettati in mare, furono trasbordati tutti su un gommone. A distanza di qualche settimana dal primo arrivo di un quattro zampe, in braccio ad un giovane tunisino, a bordo di un’altra imbarcazione un cucciolo di gatto appena nato; il micino per niente spaventato dal mare è arrivato incolume al centro accoglienza dove ha ricevuto il nome di Pupi.
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