La società cinese Huawei ha deciso di collaborare con il WWF per la salvaguardia di alcune oasi naturali; con l’ausilio di strumenti tecnologi si tenta di proteggere le biodiversità presenti in alcune riserve naturali in Italia. Si tratta di un sistema già adottato per la lotta alla deforestazione e consiste nella presenza di dispositivi tech in grado di monitorare continuamente i suoni all’interno degli habitat designati.
Le oasi nelle quali le sentinelle tech saranno installate sono Orbetello e Burano in Toscana e Astroni in Campania (considerate dal WWF dall’elevato valore naturalistico); l’iniziativa avrà la durata di un anno e permetterà di segnalare, in tempo reale, eventuali attività illecite dell’uomo. Le riserve ospitano circa 300 specie di uccelli diversi che con questo sistema di monitoraggio potranno essere maggiormente salvaguardate.
Come funzionano le sentinelle tecnologiche nelle oasi
Enrica Banti, a capo delle relazioni esterne di Huawei Italia, ha spiegato che le ‘sentinelle’ nelle oasi sono dispositivi creati ad hoc e si avvalgono delle stesse modalità di funzionamento dei cellulari; oltre ad essere estremamente efficienti, questi strumenti sono un’alternativa a basso costo rispetto alle apparecchiature di monitoraggio classiche. Questi ‘guardiani delle riserve’ sono in grado di registrare suoni distanti anche tre chilometri.
Il monitoraggio è previsto in due fasi. La prima si avvale dell’utilizzo di 10 apparecchi che verranno posizionati sugli alberi per raccogliere i suoni; questi saranno trasferiti su un cloud e analizzati ed eventualmente la guardia forestale di turno riceverà un messaggio d’allerta. La seconda modalità di monitoraggio delle oasi prevede l’uso di 35 dispositivi offline che immagazzinano i suoni di altri 9 ecosistemi italiani (Cesine, Valpredina, Valle Averto, Ghirardi, Monte Arcosu, Valtrigona, Capo Rama, Gole del Sagittario e Levadina); questi suoni saranno studiati per rendere la conoscenza della biodiversità presente in Italia più specifica ed eventualmente rintracciare nuove specie presenti nelle riserve naturali. L’obiettivo è quello di riuscire ad estendere lo stesso sistema di monitoraggio per le altre oasi italiane.
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