Con l’olfatto gli elefanti riescono a riconoscere amici e nemici. La memoria olfattiva di questi animali, studiata in una ricerca pubblicata di recente, dimostrerebbe come i pachidermi siano in grado di riconoscere e ricordare anche a distanza di molto tempo.
Per gli elefanti l’olfatto sembra essere un senso fondamentale persino alla sopravvivenza. Pare, infatti, che questi animali attribuiscano un ruolo importante agli odori per riconoscere non solo gli amici, ma anche i nemici. A spiegare i dettagli di questa straordinaria memoria olfattiva dei pachidermi uno studio pubblicato di recente. La ricerca in questione, inoltre, analizza per la prima volta questo strumento di comunicazione dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo.
Gli elefanti comunicano (anche) con gli odori. Secondo uno studio pubblicato su Scientific Reports, per i pachidermi l’olfatto sarebbe un importante mezzo di comunicazione che permette di riconoscere gli amici e i nemici. Come diceva Gandalf nel Signore degli Anelli: “Quando sei nel dubbio, segui sempre il tuo naso“. Questo stesso consiglio, pare, si possa dare anche agli elefanti africani che per orientarsi all’interno dei loro branchi usano il loro olfatto anche per distinguere le varie gerarchie sociali. Come riporta anche un articolo su Focus, lo studio pubblicato su Scientific Reports analizza per la prima volta, dal punto di vista quantitativo e anche qualitativo, tutti gli odori, i profumi e le puzze emesse dagli elefanti.
La ricerca spiega, inoltre, il ruolo di ciascuno di questi odori nella comunicazione di questi giganti della Terra. Che per gli elefanti africani l’olfatto fosse fondamentale per la vita in branco era già noto. L’odore, infatti, serve a questi animali per identificarsi e trasmettersi informazioni in base al proprio status sociale e riproduttivo. Il nuovo studio fa un passo in più, andando ad analizzare le sostanze chimiche prodotte dagli elefanti, e distribuite nell’aria attraverso gli escrementi o altre tracce organiche. La ricerca riguarda 15 diversi gruppi familiari che vivono nella Majete Wildlife Reserve, in Malawi.
Questa indagine ha permesso di identificare sia sostanze che sono comuni a tutti gli elefanti di un gruppo sociale, sia altre che appartengono singolarmente ad ogni individuo. In particolare, sarebbero proprio quest’ultime a permettere di capire quale esemplare si ha difronte. Come spiega sempre Focus, un esempio si potrebbe trarre dal fatto che gli elefanti africani non si accoppiano mai tra parenti prossimi. E questo avviene anche se, difatti, gli esemplari non si sono visti per anni. Pare, infatti, che ad un elefante basti annusare un suo simile per capire se si trova vicino ad un fratello o ad una sorella.
Come abbiamo accennato, inoltre, gli elefanti usano gli odori anche per riconoscere i nemici. Di conseguenza, come è emerso dallo studio, sembra che un elefante che agita le orecchie davanti ad un rivale lo faccia per diffondere i propri feromoni in faccia al suo avversario. In questo modo i pachidermi si trasmettono nell’immediato le informazioni che servono per allontanarsi. Gli esperimenti, inoltre, hanno dimostrato che gli elefanti hanno un’ottima memoria (come già ampiamente dimostrato) anche per gli odori. E non solo per quanto riguarda gli odori degli altri elefanti, ma pare che questi animali riescano a riconoscere anche altri odori (in questo caso, specifico, ad esempio: l’odore dei turisti che visitano la loro riserva).
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