Sono sempre di più i delfini che continuano a spiaggiarsi sulle nostre coste. Un numero particolarmente alto che genera, inevitabilmente, una situazione d’allarme. Sono oltre 100, fino ad ora e nel giro di un anno, gli esemplari senza vita trovati nelle spiagge italiane.
I litorali italiani, nell’ultimo anno, si sono resi protagonisti purtroppo anche di episodi drammatici per la fauna marina. Molti gli esemplari di delfini spiaggiati nelle nostre coste, con un numero talmente elevato (oltre 100 in un anno) che non può che diffondere una situazione d‘allarme. Proprio in occasione della Giornata Mondiale dei Delfini, istituita dall’ONU e celebrata il 14 aprile, risulta utile e importante porre ancora l’accento sui rischi corsi dalla specie. Animali estremamente intelligenti, queste creature sono preziosissime per gli ecosistemi e pertanto è nostro dovere tutelarle.
I delfini sono, ad oggi, una specie fortemente a rischio. Sono diverse le minacce a cui sono sottoposti questi cetacei e in molti casi la natura principale dei loro problemi è l’uomo. La conseguenza di pesca con metodi illegali, traffico marittimo intensivo e inquinamento marino è in molti casi lo spiaggiamento di cui i delfini sono, sempre più spesso, tristi protagonisti. Gli esemplari spiaggiati sulle sole coste italiane nel 2022 sono ben 162. I delfini ritrovati nei nostri litorali dall’inizio del 2023 sono già 30. I numeri allarmanti arrivano dalla Banca Dati Spiaggiamenti, gestita dal CIBRA dell’Università degli studi di Pavia e dal Museo di Storia Naturale di Milano.
I dati sono stati elaborati dal team del progetto Life Delfi, cofinanziato dal Programma LIFE dell’Unione Europea e coordinato da IRBIM-CNR. Quest’ultimo propone di adottare un ‘Codice di condotta‘ per i pescatori. Come accennato, infatti, una delle cause principali dello spiaggiamento dei delfini è proprio la pesca. Molto spesso, infatti, per i cetacei le interazioni con le attrezzature da pesca sono causa di lesioni, anche piuttosto gravi. In altri casi i delfini restano impigliati nelle reti che si possono trasformare in trappole mortali.
Grazie al CERT dell’Università di Padova, partner di progetto, è stato elaborato per la prima volta un framework diagnostico adottato a livello nazionale dal C.Re.Di.Ma.. Questo coordina la rete spiaggiamenti italiana ed è applicato nel corso delle analisi sui delfini spiaggiati. Come ha spiegato anche Alessandro Lucchetti, ricercatore di IRBIM-CNR e coordinatore del progetto Life Delfi, il progetto cerca di coinvolgere il più possibile i pescatori. A loro, infatti, sono stati forniti dissuasori acustici e visivi di ultima generazione insieme ad attrezzature da pesca a basso impatto ambientale.
Inoltre, il progetto ha previsto di organizzare per tutti gli operatori del mare corsi di formazione per la realizzazione di attività economiche alternative come il dolphin watching. Ad oggi, sembra che i pescatori abbiano risposto in maniera positiva all’appello e che tanti di loro abbiano deciso di accantonare le tecniche tradizionali a favore delle modalità innovative. I delfini sono fortemente in pericolo, questo è un dato di fatto purtroppo, ma con la giusta collaborazione si può ancora lottare per la loro sopravvivenza.
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