Arrivano nuove importanti condanne a seguito di maltrattamenti riscontrati sugli animali. Si parla di reclusione nella nuova sentenza emessa dopo la denuncia da parte dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali.
Una donna è stata condannata a tre mesi di reclusione per maltrattamenti su animali. La notizia arriva, secondo quanto riportato da un comunicato ufficiale diffuso da Oipa, dal Tribunale di Ferrara. La sentenza sarebbe arrivata dopo la denuncia da parte dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali. Oipa, infatti, dopo questo ultimo caso invita a non voltarsi mai dall’altra parte e a segnalare situazioni di maltrattamento. Per l’organizzazione è importante segnalare anche solo sospetti ai nuclei delle sue guardie zoofile sparsi in tutt’Italia. Quest’ultimi, infatti, nel pieno rispetto della privacy, si attiveranno per gli opportuni controlli ed eventualmente per le successive denunce.
La condanna per maltrattamenti
La condanna presso il Tribunale di Ferrara arriva dopo quattro anni della denuncia dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali nei confronti di una donna. Secondo quanto riscontrato, infatti, la persona in questione deteneva un cane in condizioni al limite e che rappresentavano una forma di maltrattamento a tutti gli effetti. Il giudice ha emesso una condanna a tre mesi di carcere ai sensi dell’articolo 544 ter del Codice Penale. La donna, inoltre, è stata condannata al risarcimento dei danni all’Oipa, costituitasi parte civile, al versamento di una provvisionale di mille euro e al rimborso delle spese legali pari a 2.800 euro.
Il fatto risale a Maggio 2019. All’epoca una segnalazione presso le guardie zoofile dell’Oipa ha permesso di scoprire i maltrattamenti ai danni del cane. “Linda, questo il suo nome, quasi non si reggeva in piedi ed era piena di piaghe“, ha raccontato il coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Ferrara, Enrico Forlani. La quattro zampe era in condizioni davvero gravi. “L’abbiamo immediatamente trasferita nel canile della Lega del Cane di Ferrara – spiega ancora Forlani – Con in mano i referti dei veterinari della struttura, che confermarono la carenza di alimentazione e la presenza di una rogna sarcoptica mai curata. Denunciammo subito la proprietaria per maltrattamento“.
L’importanza di segnalare
Il coordinatore delle guardie zoofile ha inoltre spiegato: “Linda poi seguì un percorso di recupero che le permise di guarire e di riprendere il suo peso forma, ma purtroppo non trovò mai una famiglia adottiva. Ci ha lasciati qualche tempo fa, ma almeno l’ultima parte della sua vita l’ha vissuta curata e accudita al meglio“. All’epoca dei fatti la donna aveva riferito che l’alimentazione del cane consisteva in pasta e pane inzuppato nell’acqua o nel latte. Inoltre la quattro zampe non aveva mai fatto vaccini né profilassi antiparassitarie e che non ricordava se fosse stata sterilizzata dal canile di provenienza.
Come in diverse altre circostanze denunciate, anche in questo caso i maltrattamenti derivano da un disagio psichico del proprietario, ma anche dalla necessità di fare più controlli post-affido. “Questa cagnolina era stata adottata da un canile. Ma nessuno si è poi occupato di controllare in che condizioni vivesse“, conclude Enrico Forlani. Questo episodio, come molti altri raccontati, dimostrano quanto sia importante non voltare mai lo sguardo davanti a conclamati o presunti maltrattamenti. Rivolgendosi alla legge, infatti, è possibile salvare la vita a tanti animali.