L’Oipa lancia un appello per la tutela dello scoiattolo grigio e dell’ibis sacro. La richiesta fa riferimento all’eradicazione di queste due specie. L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali chiede di non usare metodi cruenti e di essere ascoltata dal Ministero dell’Ambiente.
L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali si esprime in merito all’eradicazione dall’Italia dello scoiattolo grigio e dell’ibis sacro. In merito a tale azione l’Oipa chiede di risolvere i problemi: “nel rispetto della vita” e quindi senza l’utilizzo di metodi cruenti. Inoltre, Oipa fa appello alla direttiva 2003/35/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio che prevede “una consultazione pubblica in vista di decisioni relative all’ambiente” e per questo chiede di essere ascoltata dal Ministero dell’Ambiente.
Lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) e l’ibis sacro (Threskiornis aethiopicus) sono due specie aliene in Italia. Per questo sembra farsi concreta l’azione di eradicazione per entrambi gli animali. Entrambe le specie, come tiene a precisare Oipa in una nota stampa ufficiale, sono nell’elenco Regolamento europeo 2016/1141, di conseguenza l’Italia è obbligata a predisporre misure di gestione efficaci: eradicazione, controllo numerico o contenimento delle popolazioni. Tuttavia, come dichiara il responsabile per la fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza: “Chiediamo al Ministero che entrambe le specie siano ‘contenute’ con metodi non cruenti“.
Piacenza precisa ancora: “La normativa europea prevede che anzitutto si applichino sistemi cruelty-free. Prima di decisioni di questo tipo le associazioni per la tutela degli animali, portatrici d’interessi al pari di altre categorie, purtroppo non vengono mai audite. Anche in questo caso chiediamo di essere ascoltati per avanzare proposte di contenimento che non contemplino l’abbattimento. Ricordiamo che la direttiva 2003/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio prevede una consultazione pubblica in vista di decisioni relative all’ambiente“. Sia per lo scoiattolo che per l’ibis ‘alieni’, si trovano redatti Piani di gestione nazionale.
L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali chiede che questi piani siano revisionati nel rispetto del nuovo Art. 9 della Costituzione. Quest’ultimo, infatti, sancisce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi “anche nell’interesse delle future generazioni“. Inoltre l’Art.9 specifica che “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali“. Come tiene a precisare ancora Alessandro Piacenza, anche se una specie è considerata aliena e quindi potenzialmente dannosa, non si possono comunque autorizzare stragi.
“C’è sempre un modo per affrontare i problemi nel rispetto della vita. Ricordiamo che le specie cosiddette ‘aliene’ sono state introdotte dall’uomo direttamente o indirettamente. Per esempio l’ibis sacro da tempo è stato importato per essere allevato e mantenuto in zoo e aree faunistiche, parchi pubblici e residenze private. Come per altre specie esotiche, i nuclei che vivono liberi sul territorio derivano da fughe e rilasci. Per quanto riguarda lo scoiattolo grigio, la prima introduzione è avvenuta in Piemonte, a Candiolo, nel 1948 e altri esemplari sono stati rilasciati nel 1966 in un parco a Genova Nervi. Da lì l’espansione“. Dunque, è importante compiere scelte che salvaguardino la biodiversità, ma anche i singoli esemplari. Nel XXI secolo, come tiene a precisare Oipa in conclusione, è possibile applicare metodi nel rispetto della vita evitando ogni forma di crudeltà.
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