Acciughe giganti e 50 specie aliene nei nostri mari: cosa sta cambiando

Le acque italiane sembrano ospitare sempre più esemplari di flora e fauna non autoctoni che rappresentano un rischio per gli ecosistemi locali

Dalle acciughe giganti alle alghe tropicali sono circa 50 le specie aliene attualmente ospitate nei nostri mari e che potrebbero rappresentare un rischio per gli ecosistemi locali. Come sempre, il cambiamento climatico sembra essere la principale causa, ma il peggio sembra ancora non essere stato raggiunto.

Acciughe giganti e 50 specie aliene nei nostri mari: cosa sta cambiando

Le specie aliene sono introdotte, volontariamente o involontariamente, dall’uomo in ecosistemi a loro non autoctoni; ma le temperature anomale delle acque stanno contribuendo al proliferare di flora e fauna che potrebbe mettere seriamente a rischio ogni esemplare locale.

specie aliene acciughe

Il Mar Ligure e il Mar Tirreno sono molto caldi, tanto che la temperatura dell’acqua in superficie sfiora i 25 gradi; ma questo dato, già preoccupante, non sembra essere quello definitivo. Un rialzo previsto con l’arrivo dell’estate potrebbe avere conseguenze serie sugli ecosistemi acquatici.

Le specie aliene che mettono a rischio il mare

Antonello Fiore, Presidente nazionale della Società Italia di Geologia Ambientale (Sigea) ha spiegato al Corriere del Mezzogiorno: “Tanto per fare qualche esempio sono catturate acciughe più grandi della media“; sarebbero acciughe giganti e altre specie aliene quelle individuate nei nostri mari. A causare il proliferare di flora e fauna non autoctona starebbe contribuendo in larga misura il cambiamento climatico in atto; il mare, infatti, si sta modificando notevolmente e le sue temperature sono sempre meno mediterranee. Ed è quella definita come ‘tropicalizzazione‘ delle acque che agevola lo svilupparsi di specie aliene. Flora e fauna non autoctone, però, mettono in serio rischio le specie locali. In certi contesti, infatti, queste specie aliene risultano più forti e resistenti ai mutamenti; tanto da essere una minaccia alla sopravvivenza di pesci e vegetazione autoctona.

pesce

Come scrive Il Giornale, la biologa marina Maria Cristina Gambi ha affermato: “Pensate che tra alghe e animali nel mare della Campania sono state osservate 47 specie aliene“. E nello specifico, tra gli animali ‘estranei’ sarebbero stati individuati: il pesce flauto, presente (in genere) nelle aree tropicali dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano fino al mar Rosso, dal quale è entrato nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez. Inoltre, altre specie aliene, come il granchio blu e granchio corridore, si starebbero stanziando nelle acque del Tirreno centro-meridionale. La presenza di queste creature esige di essere costantemente monitorata; esse potrebbero causare la distruzione degli ecosistemi con tutte le specie (animali e vegetali) locali. Come ha ricordato la biologa, per esempio, un rischio sarebbe la proliferazione del vermocane; quest’ultimo, infatti, è un verme marino capace di distruggere coralli, ricci, stelle marine e gorgonie.

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Cultura, Ambiente & Pets

Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.