Andare a cavallo è una pratica che oggi troviamo molto comune. Tuttavia, è interessante sapere quando l’idea di salire in sella ad un equino ha avuto inizio. Diversi studi hanno dimostrano che l’usanza risalga, persino, a diversi millenni a.C.
Oggi esistono diverse competizioni agonistiche che si svolgono a cavallo, inoltre, questi animali sono membri delle forze dell’ordine con reggimenti dedicati. Ma andare a cavallo è una pratica ancora più remota, oltre alla fanteria utilizzata già nelle antiche guerre, i cavalli adempiono da tempi ‘immemori’ anche al ruolo di ‘mezzi di trasporto‘. In diversi contesti abbiamo analizzato come, in questo ultimo caso, l’utilizzo di bighe e carrozze non siano proprio affini al benessere dell’animale. E anche a fronte di tale dato risulta interessante scoprire quando l’equitazione in senso lato abbia avuto origine.
Addomesticamento del cavallo
Benché il rapporto tra uomini e cani si fondi nella Preistoria, si può dire che anche il rapporto tra uomo e cavallo abbia origini antichissime. Recenti studi di bio-archeologia avrebbero dimostrato che questo ultimo rapporto si possa definire millenario. Sicuramente, un dato di fatto, è che grazie ai cavalli l’umanità ha potuto evolversi, grazie ai lunghi spostamenti consentiti dagli equini. L’addomesticamento dei cavalli risale, secondo diversi studi, al IV millennio a.C. Ora, i resti ossei di scheletri umani, trovati in tumuli funerari risalenti a 4500 e 5000 anni fa, sembrano dare nuove date alla pratica dell’equitazione. Nei reperti appartenenti alla cultura Yamnaya sarebbe emerso che gli uomini vissuti intorno al 3000 a.C. furono i primi cavalieri della storia.
Secondo quanto riporta un articolo su Focus, Volker Heyd dell’Università di Helsinki e membro del team internazionale che ha effettuato la scoperta, l’equitazione si sarebbe evoluta non molto tempo dopo il presunto addomesticamento dei cavalli. Lo studio, pubblicato su Science Advances, si è avvalso dell’analisi di 217 scheletri scoperti in 39 siti di Europa e Asia. Di questi reperti, 150 scheletri sembra appartenessero a nomadi della cultura Yanmaya. In 24 di essi, in particolare, i ricercatori avrebbero individuato i tratti tipici di quella che viene definita ‘sindrome da equitazione‘. Ovvero, i ricercatori avrebbero riscontrato traumi al femore, sulle ossa del bacino e sulle vertebre, tutti aspetti riconducibili alla pratica dell’equitazione.
Anche se l’analisi accurata non è stata possibile per tutti gli scheletri, secondo Martin Trautmann, alla guida dello studio, si può asserire che il 30% dei maschi adulti andasse a cavallo già nel 3000 a.C. Ma c’è un ulteriore tassello, ovvero da ulteriori analisi sembrerebbe che la pratica dell’equitazione possa essere ancora più antica. Nelle ossa trovate in una tomba datata intorno al 4300 a.C. nella provincia di Csongrad, in Ungheria, i ricercatori hanno, difatti, riscontrato quattro delle sei patologie di quella che abbiamo definito ‘sindrome da equitazione’. L’antropologo David Anthony, dell’Hartwick College, avrebbe formulato un’ulteriore ipotesi che farebbe indietreggiare la data fino al Neolitico. In alcuni cimiteri dell’epoca resti di cavalli erano seppelliti insieme a resti umani, sinonimo forse, così come del resto è stato anche per i cani, che l’addomesticamento del cavallo risalga a tempi ancora più remoti.