Secondo i recenti dati formulati, la perdita della biodiversità in tutto il mondo sembra seguire ritmi che non accennano ad arrestarsi. A fornire un numero, più o meno dettagliato, è la Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).
Ad oggi, a causa dell’inquinamento, della crisi climatica e della riduzione degli habitat, la biodiversità sembra essere protagonista di quella che un articolo del Sole 24 Ore ha definito una “strage silenziosa“. Sono diverse le minacce che continuano ad incombere su flora e fauna globale e la maggior parte di queste, come abbiamo tristemente sottolineato in diversi contesti, dipendono dalle azioni dell’uomo. Un Pianeta in crisi a causa del riscaldamento globale e del livello sopra il limite di produzione di anidride carbonica, pesca e caccia intensive, rifiuti abbandonati nei boschi e in mare, sono tutte azioni che come conseguenza portano alla distruzione degli ecosistemi e alla perdita di biodiversità. E oggi, l’allarme della natura si fa sempre più forte.
Sono decenni che la continua distruzione degli habitat sta mettendo a rischio intere popolazioni di animali, ma questo grido sembra arrivare sordo alla maggior parte delle orecchie. La distruzione delle foreste pluviali e della barriera corallina, per esempio, hanno messo in pericolo più di 10mila delle circa 74mila specie di vertebrati conosciute a livello di biodiversità globale. Questo quanto rende nota anche la Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), secondo la quale 42mila specie animali rischiano l’estinzione oggi, con un aumento di circa 9mila specie negli ultimi 15 anni. Dati che fanno riferimento a dicembre del 2022 e che purtroppo nei primi mesi del 2023 sembrano essere in peggioramento.
Come riporta il Sole 24 Ore, occorre sottolineare che la crescita dei numeri delle specie a rischio fa riferimento anche ad un numero sempre maggiore di specie valutate negli anni. Nel 2007, ad esempio, si contavano 4.863, che nel 2022 sono diventati 5.973. Statista ha realizzato una racing bar in modo da mettere in prospettiva i numeri rispetto alle specie minacciate e raggruppandoli per classi. Quest’ultime sarebbero: anfibi, mammiferi, pesci, molluschi e altri crostacei sono esclusi poiché, secondo l’IUCN, non vi è una copertura sufficiente per poter creare una stima concreta in merito allo sviluppo della biodiversità.
In definitiva, comunque, sarebbero gli anfibi quelli oggi più a rischio estinzione. Per questa classe si registra un aumento di oltre 4% di minaccia rispetto al 2013. Tuttavia, rispetto alle valutazione degli anni precedenti, emerge in maniera generale un incremento della perdita di biodiversità anche tra tutte le altre classi. Per quanto riguarda l’Italia, infine, secondo l’ultimo annuario Ispra il nostro Paese, che conta 60mila specie animali e 12mila vegetali, è uno dei paesi europei in cui si trova maggiore biodiversità caratterizzata anche da livelli molto altri di specie endemiche (esclusive del territorio).
Tuttavia, questo vasto patrimonio si trova, anch’esso, fortemente minacciato. Tra i vertebrati, in Italia, ad essere più minacciati sono i pesci d’acqua dolce, a cui seguono anfibi e poi mammiferi. Un dato che occorre sottolineare è che, in particolare nel nostro Paese, molte minacce (quelle considerate persino più gravi) arrivano dall’introduzione di specie esotiche, o meglio definite aliene, che mettono a rischio la fauna autoctona. A questa minaccia si aggiunge, comunque, anche la frammentazione del territorio e l’inquinamento che sta coinvolgendo tutto il Pianeta.
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