Il galgo español è un Levriero nativo della Spagna, paese in cui questi cani non sono riconosciuti come animali domestici, ma da reddito. Una condizione che per quale molte associazioni si battono e che ha fatto istituire una giornata per ricorda le ‘vittime’ della caccia e delle corse.
Si celebra ad inizio febbraio, e con esattezza il 1° febbraio, El dia del galgo. Un giorno in cui si ricordano tutti gli esemplari che, in Spagna, Argentina e non solo, sono vittime di diversi maltrattamenti. Il cane di razza Levriero, infatti, non è riconosciuto come animale domestico in tutto il mondo. Per alcuni paesi si tratta di un animale da reddito, da ‘impiegare’ nella caccia e nella corsa. Proprio per questo motivo, con la chiusura della stagione della caccia (1° febbraio, non a caso), molti di questi animali vanno persino incontro alla morte.
Il fatto che il Levriero in Spagna (la citiamo in quanto paese europeo) non sia riconosciuto come animale da compagnia non gli consente di godere dei diritti di cui godono altri animali domestici. Questo li conduce ad una vita ricca di maltrattamenti e sacrifici fin dalla tenera età. Per i galgo español le torture iniziano praticamente dalla nascita, con le madri fattrici sfruttate, fino alla morte, con il solo scopo di partorire più cuccioli possibile. Spesso, poi, questi cani sono legati alle macchine e dovranno correre al passo dell’auto lungo un rettilineo. Solo gli esemplari che supereranno questa prova atroce potranno diventare cani da corsa.
Le altre creature, nella maggior parte dei casi, perderanno la vita durante questa ‘prova’, per gli altri la morte sarà comunque l’alternativa prossima. Nei primi anni di vita i cuccioli sono sfruttati nelle gare per le scommesse. Raggiunta l’età matura e l’abilità nella corsa (attività che spesso si tiene anche in maniera illegale), il Levriero passa alla caccia alla lepre. Il loro destino si fa ancora più atroce, poiché quando non hanno più fiato per correre, nelle migliore delle ipotesi, sono abbandonati. In molti altri casi le loro zampe sono spezzate, per non permettergli di ritornare. E poi uccisi, torturati o buttati come spazzatura, ancora vivi, nei pozzi. Sono solo alcune delle sorti che spettano a questi animali, a cui difatti non sembra riconosciuta nessuna dignità.
Come riporta La Zampa, Corrado Gattel, presidente di Insieme per FBM, spiega: “Ogni galguero compete nelle gare con due o tre cani“. “Ma per arrivare a questo – precisa ancora Gattel – la selezione è spietata e sanguinosa perché ognuno di loro può averne fino a 30/40 da far accoppiare e ogni cucciolata produce almeno 10/12 cuccioli. Non ci sono controlli, neanche sanitari. Ma siamo certi che non sono meno di 70 mila i galgos che ogni anno vengono sterminati perché considerati inutili“. È importante chiarire che questa situazione non si verifica solo in Spagna, ma dati confermano casi analoghi in Nord America, Irlanda e Regno Unito.
Oggi questo triste fenomeno che coinvolge i Levrieri è fortemente combattuto e riconosciuto. Sono tante le associazioni, anche italiane, che si battono affinché siano portati alla luce i maltrattamenti e si possano rendere il Levriero un cane più fortunato. In Italia sono centinaia, ad esempio, i cani salvati dalla Spagna e che possono finalmente vivere tra il calore di una famiglia. Tante le associazioni che si battono affinché i cani, considerati da caccia, possano avere un futuro migliore. E conoscere la loro storia può essere un importante monito per continuare a salvarli.
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