I galli selvatici potrebbero andare incontro all’estinzione. Una situazione che potrebbe avere importanti conseguenze sugli esemplari domestici. Questo quanto affermato da uno studio che attribuirebbe la colpa primaria alle ibridazioni e gli accoppiamenti fra le due specie.
In natura esistono i galli Bankiva, dal nome scientifico Gallus gallus, che sono originari dell’Asia Sudorientale e sono una specie selvatica. Essi sono gli antenati degli esemplari domestici, ovvero di quelli che oggi sono allevati per produrre uova e carne. I secondo appartengono alla sottospecie Gallus gallus domesticus e questo rende possibile l’accoppiamento fra le due specie. Un’ibridazione che genera prole fertile, ma che secondo un studio pubblicato su PLOS Genetics potrebbe portare all’estinzione dei primi con inevitabili conseguenze anche sui secondi.
Come suggerisce anche un articolo pubblicato su Focus, l’addomesticamento dei galli selvatici è iniziato circa 8.000 anni fa in Asia. Questo fenomeno si è sviluppato attraverso un processo di selezione di alcune caratteristiche utili. Tra queste caratteristiche la dimensione delle uova, la frequenza di deposizione e anche il peso dell’animale. E da questo processo ha avuto origine la sottospecie domestica che si è diffusa, poi, in tutto il mondo. Da quel momento i galli domestici si sono moltiplicati e in molti casi vivono in libertà o semi-libertà. In queste condizioni, in particolare, potrebbe capitare più di frequente che gli esemplari della sottospecie si incontrino con quelli selvatici e avvengano degli accoppiamenti.
Appartenendo alla stessa famiglia, infatti, l’accoppiamento è possibile, ma questo genera come conseguenza che i geni selezionati per la loro utilità siano trasferiti alla popolazione di galli selvatici. In genetica questo fenomeno è definito introgressione. Lo studio, condotto da un team dell’Università di Singapore, ha provato spiegare in che misura l’introgressione è oggi presente nei galli selvatici e questo ha dimostrato che tale fenomeno è oggi in forte aumento. Infatti, la ricerca è in grado di dimostrare che, oggi, nelle popolazioni di galli Bankiva dal 20 al 50% dei geni provengono dal pool genetico di quelli domestici. Una percentuale che sembra voler aumentare in maniera vertiginosa.
Lo studio, inoltre, ha individuato otto geni chiavi che sono presenti nei galli domestici e non in quelli selvatici. E se la situazione resta invariata le due sottospecie rimarrebbero separate. Ma se questo aspetto muta, così come la crescente introgressione ha dimostrato, gli esemplari selvatici potrebbero essere sempre più a rischio. I galli selvatici potrebbero essere resi più fragili dal fatto che un pool genetico ridotto e sempre più contaminato comporta una crescente incapacità ad adattarsi ai cambiamenti del loro habitat.
La conseguenza sui galli domestici, in tal senso, è spiegata dal fatto che gli esemplari Bankiva sono usati come ‘riserva’ di geni da introdurre nella selezione del pool genetico dei domestici, tesa a migliorarne le caratteristiche. Ma se la diversità genetica diminuisce questo sarà pressoché impossibile. Dunque, tutelare la specie selvatica, così come del resto occorre fare per ogni specie presente in natura, salva non solo i galli Bankiva, ma anche quelli domestici.
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