“Furbo come una volpe” è un modo di dire molto diffuso nel linguaggio comune. Un detto che fonda le sue origini facendo riferimento al comportamento di questo animale. E se Esopo descriveva già l’astuzia di questo mammifero nelle sue favole, è interessante scoprire quanto di vero c’è in questa credenza diffusa.
Quando si parla della volpe ci si riferisce a questo animale indicando sopratutto la furbizia nel catturare le sue prede o nell’introdursi in luoghi insoliti. E da questa credenza diffusa deriva anche un conosciuto modo di dire che usa proprio la similitudine con questo animale per indicare una persona particolarmente astuta. E difatti, si può dire che questo mammifero sia assolutamente arguto. Furbizia che non si riferisce solo alle abili doti nella caccia, ma anche ad altre incredibili capacità.
Le volpi sono animali onnivori e riescono ad alimentarsi in maniera più svariata rispetto ad altre creature. Non è difficile vederle rovistare nei cassonetti o avvicinarsi agli uomini inteneriti che gli offrono del cibo. Diffusa in quasi tutte le parti del mondo, proprio per il suo spirito di adattamento, la volpe è difatti uno dei mammiferi carnivori più diffusi sulla Terra. Sono le strategie evolutive che hanno permesso a questa creatura di adattarsi in diverse parti del Pianeta comprese le zone più fredde del globo. Hanno grandi abilità di caccia perché utilizzano il campo magnetico per catturare le prede e riescono a scovare un roditore anche a km di distanza. Inoltre, la volpe è in grado di produrre decine di vocalizzi che le permettono di comunicare con i cuccioli, con altre volpi vicine o anche per conquistare il partner.
Nonostante questa grande furbizia e capacità di adattarsi ad ambienti e circostanze diverse, ciò che sta mettendo in pericolo le volpi pare essere la loro eccessiva urbanizzazione. Infatti, la frequenza troppo assidua degli spazi frequentati dagli umani, fa sì che questi animali siano, sempre più spesso, alimentati direttamente dalle persone. Questo può rappresentare un rischio, sotto diversi aspetti, per la specie. Infatti, l’abitudine all’uomo e ai suoi ambienti potrebbe farle ammalare o investire. Alcuni esperimenti condotti da un genetista sovietico, Dmitry Belayev, hanno dimostrato che volpi selezionate e addomesticate, nel corso delle generazioni, diventano molto simili ai cani. Questo però non è un bene per gli animali che perdono il loro istinto selvatico. In Inghilterra, ad esempio, si stanno diffondendo molte volpi alimentate dalle persone e docili in maniera anomala.
Non si tratta di un aspetto positivo per la conservazione di questa specie. Che, perdendo alcune delle sue caratteristiche primordiali, potrebbe rischiare di avere difficoltà a sopravvivere in natura, specialmente in situazioni più ostili. Inoltre, l’eccessiva confidenza con l’uomo potrebbe essere per la specie un’arma a doppio taglio. Il fatto di sentirsi a loro agio in presenza di persone, potrebbe portare le volpi ad avvicinarsi anche a chi le vuole eliminare percependole come una minaccia. È fondamentale tenere presente che queste creature hanno un compito importante nell’ecosistema di appartenenza. Infatti, grazie alla loro presenza le popolazioni di roditori e altri animali restano stabili. Alterare la sua dieta, rispetto a quella fisiologica, potrebbe essere un grande problema. Quindi, seguendo anche il ‘consiglio’ di Antoine de Saint-Exupéry non dovremmo mai cercare di addomesticare una volpe, lasciandola libera nella sua natura selvatica.
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