In Francia animalisti e cacciatori si sono uniti in una ‘lotta’ comune per salvare i cervi della foresta di Mormal a Nord del paese. La protesta nasce dopo la decisione dell’Ufficio Nazionale delle Foreste (Onf) di lanciare un piano di caccia per uccidere dai 150 ai 180 esemplari di questa specie.
Potrebbe sembrare un paradosso, eppure in Francia cacciatori, animalisti e ambientalisti si sarebbero uniti in una battaglia comune per salvare i cervi della foresta di Mormal. L’area si trova al Nord del paese e qui L’Ufficio Nazionale delle Foreste avrebbe predisposto l’uccisione di 150-180 esemplari della specie autoctona.
La decisione dell’Onf sarebbe arrivata dopo la diffusione della notizia che questa specie sarebbe da considerare pericolosa per la flora locale e la rigenerazione dell’ambiente naturale. Ma gli oppositori affermano, addirittura, che si tratti solo di interessi economici e che sarebbe stato falsificato persino il numero di cervi della zona.
I cervi della foresta di Mormal
Ci sarebbe una netta differenza tra il numero di cervi stimato da cacciatori e animalisti e il numero dichiarato dall’Onf. Se l’Ufficio Nazionale delle Foreste parla di circa 400 esemplari, chi si oppone allo sterminio degli animali parla di appena 300 cervi. Come riporta La Zampa, Joël Deswarte, Presidente della Federazione di caccia del Nord, avrebbe fatto notare: “Secondo questo dato, dunque, ucciderne tra i 150 e i 180 significherebbe dimezzare la popolazione di questi animali e non, come si sostiene nel piano di caccia dell’Ufficio nazionale, ridurla di un terzo“. Come sostengono gli animalisti, gli ambientalisti e anche i cacciatori che si oppongono all’abbattimento di massa dei cerci, dietro la decisione dell’Office National des Forêts, ci sarebbero interessi economici. Questo quanto avrebbe dichiarato anche François Hogne, fondatore del collettivo e membro dell’associazione Nord Nature Environnement, a France Télévision.
Hogne avrebbe, difatti, rivelato: “Per proteggere il commercio di legname, l’Onf considera i cervi come dei parassiti. Mentre per la zona del Nord-Passo di Calais sono un patrimonio“. Il naturalista avrebbe poi aggiunto: “Non stiamo parlando di una foresta come le altre in Francia, perché questa ha delle caratteristiche particolari e il piano di caccia è troppo invasivo“. Spiegando, infine, che un piano di caccia troppo intensivo potrebbe annientare definitivamente il patrimonio faunistico dell’area in questione. Secondo quanto si apprende ancora, la proposta dell’Office National des Forêts sarebbe stata attualmente validata dalla Prefettura. Ma gli attivisti sembrano non volersi arrendere. E se ad animare gli animalisti è il desiderio di rispettare i diritti degli animali, i cacciatori sono mossi da l’ulteriore motivazione. Qualora, infatti, il piano sia approvato esso deve obbligatoriamente essere rispettato durante l’attività venatoria. Come fa presente Deswarte, la pena per i cacciatori sarebbero multe pesanti e penali sui permessi di caccia.