Dopo una battaglia lunga mesi, finalmente arriva la sentenza definitiva e storica in merito alla questione che riguarda la Sfattoria degli Ultimi.
La storia della Sfattoria degli Ultimi parte da lontano e segue un percorso lungo mesi, fatto di sentenze, rivincite e rinvii. Diverse associazioni animaliste, tra cui Oipa, avevano fatto sapere che l’ASL Roma 1 aveva notificato alla struttura, che si trova a Roma, l’abbattimento di tutti i suoi ospiti.
Il santuario ospita circa 140 animali tra maiali e cinghiali salvati da situazioni di maltrattamento e si trova in Via Arcore. Dopo la notifica, però, era arrivata ad agosto la notizia che il TAR Lazio aveva sospeso in via momentanea l’abbattimento accogliendo, fino a nuova udienza, il ricorso degli animalisti. Oggi è finalmente arrivata al sentenza definitiva.
Come si apprende, da un nuovo comunicato congiunto tra Oipa e le altre associazioni animaliste intervenute ad adiuvandum, la Sfattoria degli Ultimi è salva. la sentenza emessa, infatti, oltre ad essere di carattere storico, rappresenta un’importante nota di rilievo a livello costituzionale ed europeo. L’avvocato Giuseppe Calamo, che ha seguito il ricorso ad adiuvandum presentato da Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa, e Tda, commenta la sentenza: “È una sentenza di grande rilevanza, costituzionale ed europea, che dovrebbe indurre le amministrazioni pubbliche a considerare con la dovuta attenzione i provvedimenti che riguardano gli animali“. Si tratta di una sentenza di 49 pagine che annulla l’ordine di abbattimento dei circa 140 animali ospitati nella Sfattoria degli Ultimi. L’abbattimento dei suini è stato definito: “Illegittimo per contraddittorietà, difetto di istruttoria e difetto di motivazione“.
Lo stesso vale, precisa il Collegio, per il parere del Ministero della Salute e del Commissario straordinario alla peste suina africana. Come sottolinea ancora l’avvocato, questa decisione fa luce su degli aspetti importanti. “Innanzitutto – osserva Calamo – è stato considerato illegittimo un ordine di abbattimento indiscriminato. Perché l’autorità competente avrebbe dovuto previamente valutare la possibilità di riconoscere alla struttura una deroga giustificata dal fatto di essere ”rifugio per animali in difficoltà’“. Tutto questo tenuto conto del valore culturale ed educativo di cui si fa nota nell’Art.13 del Regolamento delegato UE 2020/687. Ulteriore aspetto, fa poi riferimento all’Art. 9 della Costituzione Italiana che si espone in merito alla tutela degli animali e dell’ambiente. Difatti, come tiene a precisare ancora l’avvocato e portavoce delle associazioni animaliste: “La Sfattoria educa al valore del rispetto verso gli animali stessi, ora formalmente riconosciuto anche dalla Carta fondamentale“.
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