La pesca ‘a barattolo’ è una pratica ancora legale ma che ogni anno provoca la morte di migliaia tra polpi, calamari e seppie. Un’indagine condotta da Sea Shepard avrebbe dimostrato come, solo nelle acque della Toscana, sarebbero state trovate centinaia di trappole illegali.
Seppur la pesca ‘a barattolo‘ è una pratica, purtroppo, ancora lecita ad essa si legano diverse attività illecite. Questa pesca produce, ogni anno, migliaia di animali morti tra polpi, calamari e seppie. Un’indagine condotta dagli attivisti di Sea Shepard avrebbe dimostrato come, quest’anno solo in Toscana, sarebbero state scoperte centinaia di trappole illegali.
L’associazione no profit ha appena concluso una campagna di pattugliamento delle acque nei pressi del Parco Nazionale Arcipelago Toscano con l’obiettivo di contrastare il bracconaggio in questa area. L’indagine si è svolta in collaborazione con la Guardia di Finanza della Regione Toscana.
La pesca illegale con i barattoli
Dal pattugliamento è emerso che i fondali marini dell’area esaminata sono disseminati di trappole illegali per la cattura di polpi e calamari. Questa scoperta sarebbe legata alla pesca ‘a barattolo’ che consiste nell’attaccare in un’unica cima in nylon centinaia di cavi che finiscono con dei veri e propri barattoli in plastica, aperti solo da una estremità. Questi barattoli sono poi calati in acqua e depositati nei fondali. I polpi e i calamari scambiano il barattolo per una tana e, entrandovi per depositare le uova, rimangono incastrati. Questa, ad oggi, non è una pratica illegale, ma lo sono le condizioni in cui sono state trovate le trappole nel litorale toscano.
Infatti, la legge fissa ad un massimo di 1250 il numero limite di barattoli per ogni imbarcazione; inoltre, è previsto il divieto di lasciare i dispositivi nel fondale stabilmente. La violazione di questi aspetti rende la pesca illegale. Infatti, i barattoli lasciati sui fondali e abbandonati in maniera incontrollata fanno strage degli animali marini. Migliaia di polpi, seppie e calamari morti accidentalmente ogni anno e simbolo di un vero e proprio disastro ambientale. Sea Shepard ha iniziato a recuperare le trappole pericolose dallo scorso 5 agosto, raccogliendone, ad oggi, centinaia. Come fanno sapere dall’associazione, molte di queste trappole contenevano animali ancora vivi che, con la collaborazione di un biologo, sono potuti tornare in mare senza conseguenze negative. Come fanno sapere gli attivisti questa azione ha permesso di salvare la vita di moltissimi animali, facendo emergere un record (fino ad ora mai raggiunto in Italia) di trappole sequestrate. Seppur non si tratta di un record positivo, può essere sfruttato come un monito per agire in maniera più responsabile.