Pesca accidentale: la campagna Lipu per proteggere la specie a rischio

La pesca accidentale fa migliaia di vittime ogni anno; per questo la Lipu ha deciso di promuovere una campagna per proteggere le specie a rischio. Il progetto, avviato nell’ambito del programma internazionale Medbycatch – Understanding mediterranean multi-taxa bycatch of vulnerable species and testing mitigation, coinvolge cinque paesi che si affacciano sul Mediterraneo: Italia, Marocco, Tunisia, Turchia e Croazia.

Tra cetacei, uccelli, tartarughe e squali sembrano essere oltre 130 le specie coinvolte nella pesca accidentale. Il fenomeno del bycath (tradotto come letteralmente come scarto del pescato) coinvolge animali che, ad oggi, si trovano fortemente a rischio.

A fronte di questa situazione, a quanto pare sempre più in crescita, la Lipu ha lanciato una campagna per proteggere le specie a rischio. La campagna si trova all’interno del progetto internazionale Medbycatch – Understanding mediterranean multi-taxa bycatch of vulnerable species and testing mitigation; quest’ultimo finanziato dalla Fondazione Mava e coordinato da BirdLife Europe & Central Asia.

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La campagna Lipu

Come suggerisce Ansa che riporta i dati espressi in una nota da Lipu, sarebbero oltre 200mila gli uccelli vittime, ogni anno, della pesca accidentale; e questo dato fa riferimento solo all’Europa. Oltre ai volatili marini circa 130 specie diverse tra delfini, tartarughe e squali; e anche numerosissime specie di coralli e spugne che restano coinvolti nel bycacth. Quello che, in gergo, si definisce anche “scarto del pescato” è un fenomeno che mette in pericolo molte specie; spesso feriti, altre volte uccisi, sono migliaia le creature che ogni anno perdono la vita, rischiando (nei casi più gravi) persino l’estinzione.

A fronte di questa situazione allarmante la Lipu lancia la campagna #stopbycath; quest’ultima, come rivela la nota della Lipu-BirdLife Italia, è promossa per ridurre il fenomeno della pesca accidentale. Scrive Ansa, riportando i dettagli della nota: la campagna chiede: “L’applicazione di misure di mitigazione che riducano, o azzerino, le catture accidentali“. Avviata nell’ambito del progetto internazionale Medbycatch – Understanding mediterranean multi-taxa bycatch of vulnerable species and testing mitigation, questa iniziativa coinvolge cinque paesi che si affacciano sul Mediterraneo: Italia, Marocco, Tunisia, Turchia e Croazia.

Gli uccelli vittime della pesca accidentale

Il progetto in cui rientra la campagna della Lipu è internazionale e la Lega Italiana Protezione Uccelli, insieme al WWF Italia, sono i partner italiani. Come sottolinea ancora la Lipu, tra tutte le specie a rischio a causa della pesca accidentale, gli uccelli marini in pericolo sono moltissimi; la berta maggiore, la berta minore, il gabbiano corso e il marangone dal ciuffo. Volatili che restano intrappolati nelle lenze o nelle reti e per i quali è necessario fare qualcosa.

Come si legge ancora su Ansa, la Lega Italiana Protezione Uccelli suggerisce alcune tecniche per ridurre il bycatch; alcuni tipi di amo, funi ‘scaccia uccelli’ o reti apposite. Spiega Giorgia Gaibani, responsabile Difesa del territorio e Natura 2000 della Lipu-BirdLife Italia: “La necessità di ridurre il bycatch è da tempo ampiamente riconosciuta. Tanto che l’Unione europea ha emanato diverse misure e regolamenti; dalla Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino del 2008, al Piano d’azione per ridurre le catture accidentali di uccelli marini nella pesca del 2012, fino alla Strategia Ue sulla biodiversità per il 2030, che prevede l’eliminazione, o la riduzione ai livelli minimi, delle catture accidentali. Purtroppo, però gli obiettivi sono ben lontani dall’essere raggiunti“.

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