Alcuni casi eclatanti hanno fatto diffondere l’allarme relativo alla diffusione in Europa di una specie nota come Falsa Vedova Nera. L’animale, un aracnide, deve il suo nome alla somiglianza con la Vedova Nera, ma il suo nome scientifico è Stetoda nobilis. A far temere sembra sia la potenza del suo veleno.
Il ragno arriva dalle Canarie, ma ha percorso ben 4.000 km giungendo in Inghilterra. È nota come Falsa Vedova Nera per la somiglianza alla ‘cugina’ Vedova Nera (Latrodectus mactans), ma il suo veleno sembra essere molto più potente. La Steatoda nobilis (questo il suo nome scientifico) ha impiegato 150 anni per arrivare a diffondersi in Europa e in tutto il mondo; ma oggi pare esserci riuscita.
La sua espansione però non è vista con molta positività. Rispetto alle specie autoctone, infatti, queste specie aliene sono in grado di praticare un morso che, nei casi più gravi, può portare all’ospedalizzazione di un essere umano. Tale espansione, dunque, come precisano gli esperti, potrebbe trasformarsi in un problema da non sottovalutare. Tuttavia, è bene conoscere dove si nascondono questi animali e quando, in realtà, sia il caso di preoccuparsi.
La Falsa Vedova Nera arriva dall’Oceano Atlantico, la specie, infatti, è originaria delle Canarie e dell’isola di Madeira, territori portoghesi situati al largo delle coste del Marocco. Con molta probabilità, adoperando i ‘passaggi‘ involontari offerti da aeri e navi cargo il ragno è arrivato in Europa, Nord Africa e, piano piano, resto del mondo. Negli Usa, ad esempio, è stata riconosciuta come specie invasiva tra il 2016 e in 2018. Ma tra le mete più ‘gettonate’ delle False Vedove Nere ci sarebbero Inghilterra e Irlanda, dove i primi avvistamenti di questo rango risalgano al 1879. A rendere un problema la presenza di questo animale è il fatto che, spesso, essi si stanziano in ambienti urbanizzati. Dunque prestare attenzione a fughe, cantine e soffitte è un’accortezza che può prevenire particolarmente incontri ravvicinati sgradevoli.
Difatti, se fino ad oggi si era dibattuto sulla presunta pericolosità di questo aracnide, su Focus si legge di uno studio pubblicato dall’Università di Galway nel quale si afferma che un morso di Falsa Vedova Nera può provocare diversi sintomi. La scala può suddividersi in conseguenze gravi e meno gravi che possono portare anche all’ospedalizzazione della ‘vittima’. Il recente caso di un bambino di 15 mesi nel Regno Unito ha, per l’appunto, fatto scaturire l’allarme. Il bimbo avrebbe riscontrato gonfiore e arrossamento nella parte morsa; e, benché in sintomi siano spariti in 11 ore, la preoccupazione è diffusa. Insomma, anche evitando situazioni di allarmismo, gli esperti consigliano di prestare molta attenzione e non sottovalutare il problema; il morso non è letale (almeno nei soggetti sani) ma è più velenoso di qualsiasi altra specie autoctona.
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