Gli animali selvatici sembrano essere diventati sempre più urbanizzati. Ovvero il loro interesse e la loro abitudine a spingersi fino in città risulta ormai, quasi, una consuetudine. Cinghiali, ma anche volpi, gabbiani e piccioni, vivono ormai in mezzo agli esseri umani. A questo ovviamente c’è una spiegazione scientifica.
Specialmente negli ultimi anni, la presenza di animali selvatici all’interno dei centri abitati sembra diventata una consuetudine alla quale, quasi, non si fa più caso. Ovviamente non stiamo parlando di cani, gatti, criceti, conigli o cincilla; ma facciamo riferimento a volpi, in rari casi lupi, cinghiali, gabbiani e gli onnipresenti piccioni.
Li definiamo ormai fenomeni di urbanizzazione in cui gli animali, un tempo selvatici, oggi vivono a stretto contatto con l’essere umano e le sue abitudini. Ma come, in più contesti, hanno cercato di ribadire gli esperti questo dipende da un comportamento errato proprio da parte dell’uomo.
L’uomo la causa dell’urbanizzazione di animali selvatici
Sono diversi i casi di avvistamenti di animali selvatici vicino alle case, per le strade del centro e, in situazioni ormai considerate ‘normali’, sui balconi e davanzali delle abitazioni. Questo dipende principalmente dal fatto che queste creature si sono abituate alla presenza dell’uomo e, anzi, sfruttano le risorse da lui fornite per sopravvivere. Ecco allora perché i gabbiani sono sovente attorno ai secchi dell’immondizia, così come i cinghiali e le volpi; e perché i piccioni si trovano tra i tavoli (in molti casi anche sopra i tavoli) di bar e ristoranti all’aperto. Come spiega a La Zampa il professore Bruno Cignini docente presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata: “Gabbiani, cornacchie, volpi e ultimamente anche cinghiali sono specie che hanno un’elevata plasticità alimentare e negli ambienti urbani riescono quindi ad utilizzare per la loro dieta non solo i nutrienti naturali, ma anche, e spesso in maniera preponderante, gli scarti alimentari e i rifiuti organici mal gestiti“.
A questo si aggiunge la continua offerta diretta di cibo da parte dell’uomo. Insomma, non è raro come fino a qualche anno fa si vendessero semi da offrire a piccioni o altri volatili nelle piazze delle città storiche. Questo, piuttosto che impaurire gli animali, li ha portati ad avvicinarsi a lui, cercandolo per ottenere il cibo dalle sue mani. Difatti, dunque, il principale responsabile dell’urbanizzazione degli animali è proprio l’uomo con i suoi gesti sbagliati. Di base, è come se gli animali selvatici si ‘trasformassero’ in specie domestiche. L’offerta diretta di cibo, infatti, spinge le creature ad abbandonare l’istinto di caccia e a modificare le proprie abitudini. In taluni casi, dunque, un gabbiano, un piccione, un cinghiale che vede lanciarsi cibo dalle mani, si sentirà poi ‘autorizzato’ a venirlo a ‘strappare’ da quelle stesse mani da cui lo ha ricevuto.