Con l’arrivo dell’estate si segna l’aumento di un fenomeno purtroppo ancora molto diffuso: l’abbandono dei cani. Ad oggi, esistono molte strutture pronte ad ospitare i quattro zampe e sono tante le persone che decidono di partire con i propri pets; tuttavia le vacanze continuano a rappresentare un pretesto per lasciare i propri animali domestici in strada.
L’abbandono degli animali è un reato punito dalla legge, ma questo non impedisce ancora a molte persone di lasciare i propri animali soli e in balia del loro destino; questo dopo averli illusi con il sogno di una famiglia. L’estate e le vacanze sembrano essere, inoltre, un ulteriore pretesto che incrementa questo fenomeno.
Negli ultimi anni, solcati dal Covid, si è registrato un aumento delle adozioni; ma a questo aspetto positivo si è accompagnato, purtroppo, anche un’escalation di abbandoni che ha fatto segnare un incremento del 50% anche tra i gatti. Sono diverse le cause e l’arrivo della bella stagione ne rappresenta senz’altro una tra le maggiori.
Il reato d’abbandono
Sono tante le vittime di abbandono, come ad esempio i cani da caccia troppo anziani; oppure i cuccioli che non possono essere ospitati nelle strutture che si sono scelte come meta delle vacanze estive. Ed anche se oggi esistono diverse pensioni che ospitano cani e gatti, anche per periodi circoscritti, tanti scelgono la strada come triste soluzione. Ed è in estate che aumentano i randagi e gli ospiti di canili e rifugi; non tutti, infatti, sembrano disposti ad organizzare le proprie vacanze seguendo anche le esigenze dei pets che hanno deciso di far entrare nelle loro famiglie. Tuttavia, le associazioni animaliste ricordano che, ad oggi, l’abbandono si configura come un reato punito dalla legge.
“Ogni animale che l’uomo ha scelto per compagno ha diritto ad una durata della vita conforme alla sua naturale longevità; e l’abbandono di un animale è un atto crudele e degradante“; questo quanto scritto nell’Art. 6 della Dichiarazione universale dei diritti dell’animale. Il reato dell’abbandono, dunque, sorge quando la persona, che ha la custodia dell’animale, decide in maniera conscia e consapevole di disfarsene. Nello specifico, in Italia l’abbandono è vietato ai sensi dell’Art. 727 del codice penale, che al comma 1 recita: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro“.
Un storia su cui riflettere
A fornire prova concreta di quanto tale atto sconsiderato non sia accettato dalla legge un episodio avvenuto nei pressi di Faenza e denunciato dall’Enpa. Dopo il ritrovamento di cucciolo abbandonato nel 2017, l’Ente Nazionale Protezione Animali ha deciso di dichiararsi parte civile ed andare infondo alla questione; grazia ai Carabinieri e alle dichiarazioni di alcune persone che hanno individuato gli ex proprietari del quattro zampe, il caso è stato portato in Tribunale. Nonostante si sia trattata di una vicenda protrattasi negli anni, alla fine il Tribunale penale di Ravenna ha condannato gli imputati alla pena di cinque mesi e 15 giorni di reclusione; oltre a 2.500 euro come risarcimento del danno, di cui 1000 euro come provvisionale.
Come scrive la La Zampa, Carla Rocchi, Presidente Nazione Enpa, ha dichiarato: “È una sentenza importantissima – prosegue – Questa condanna per maltrattamentoè molto importante; perché ricorda ancora una volta che abbandonare gli animali è un reato e chi compie gesti orribili come questo deve rispondere anche di fronte alla legge e prendersi le conseguenze penali. Un monito per tutti in vista dell’estate, periodo che purtroppo continua ad essere il più gettonato per gli abbandoni degli animali, non solo cani ma anche tanti gatti e conigli“.