Il 27 febbraio si celebra la Giornata Mondiale dell’Orso Polare, conosciuta anche come International Polar Bear Day e voluta dal WWF per ricordare una delle specie più iconiche, non solo dell’Artico, ma di tutto il mondo. Affascinante, gigante e considerato il ‘Re delle Nevi‘ questa specie però rischia di scomparire dal Pianeta. Gli orsi artici, infatti, sono tra le specie più vulnerabili che rientrano nella Lista Rossa della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Anche a fronte di questo, risulta indispensabile dedicargli una ricorrenza, per ricordare il suo contributo alla sopravvivenza dell’ecosistema e per celebrarne l’importanza attraverso le sue caratteristiche uniche.
Chi è l’Orso Polare
Dal nome scientifico Ursus maritimus, l’Orso Polare è una delle specie carnivore più grandi esistenti sulla Terra; le sue dimensioni, infatti, possono raggiungere livelli sorprendenti. Misura fina a due metri e mezzo di lunghezza e il suo peso può superare i 700 kg. Il suo habitat naturale si estende attorno ad una vasta area delle regioni polari artiche; dal Canada all’Alaska, dalla Groenlandia, la Siberia fino all’Isola di Wrangel. Queste creature sono abili nuotatori, riescono a correre velocemente, oltre che ad arrampicarsi sugli alberi.
Dall’apparenza pigra, in realtà l’Orso Polare è in grado di correre ad una velocità di 40 km/h e in grado di nuotare fino a 100 km senza mai riposarsi. Una caratteristica che lo distingue dal ‘parente’ Orso Bruno è il fatto che questa specie artica non va mai in letargo; infatti, durante l’inverno il ghiaccio, territorio prescelto da questi mammiferi, è più esteso e quindi consente una caccia più proficua.
Le aspettative di vita di questa specie
I cuccioli di Orso Polare nascono nella stagione invernale (tra novembre e gennaio); alla nascita non pesano più di 700 grammi e sono ciechi. Fino ai cinque mesi d’età non sono in grado di badare a sé stessi e per questo vivono al sicuro nelle tane protetti dalle loro mamme; raggiunta l’età giusta iniziano ad esplorare il mondo e imparano a cacciare e difendersi guidati dalle pazienti madri.
In natura questa specie vive, in genere, 25 anni; anche se esistono dei casi documentati di esemplari che hanno superato i 40 anni. Si tratta di animali molto astuti e caparbi; riescono a fiutare l’odore di una preda anche ad oltre un chilometro di distanza; per cacciare creano dei buchi nel ghiaccio e quando la ‘vittima’ sale in superficie per respirare l’Orso Polare la cattura. Un’altra curiosità su questa specie estremamente affascinante è relativa al loro colore; essi, infatti, non sono bianchi, ma la loro pelle è totalmente nera. I peli che costituiscono il loro manto sono cavi quasi trasparenti, ma appaiono bianchi, poiché la pelliccia traslucida cattura i raggi solari e trasmette la luce.
Le conseguenze del riscaldamento globale su questi animali
Così come moltissime altre specie presenti sulla Terra, gli Orsi Polari rischiano di essere tragicamente vittime dell’emergenza climatica e rischiare, persino, l’estinzione. Come rivela un articolo del WWF, a tal proposito: “Gli orsi polari hanno bisogno del ghiaccio marino per potersi muovere in vasti territori e andare in cerca di cibo, ma se i trend di fusione delle calotte polari e la scomparsa di habitat idoneo proseguiranno come negli ultimi decenni, da oggi al 2050 potremmo perdere fino al 30% della popolazione di orso polare“.
Una delle conseguenze più drammatiche del riscaldamento globale è, infatti, lo scioglimento dei ghiacciai; questo potrebbe portare, gradualmente, alla scomparsa degli habitat naturali dell’Orso Polare. Sono diversi gli studi che dimostrano purtroppo tale rischio sempre più incombente nel futuro di questa specie; proprio per questo una ricorrenza come la Giornata Mondiale ha lo scopo di ricordare che bisogna agire concretamente e presto, affinché creature come gli Orsi Polari possano sopravvivere.
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