La crisi climatica che sta colpendo il Pianeta, sta causando conseguenze importanti agli ecosistemi; in pericolo non solo habitat naturali, ma anche tutte le creature che vi abitano. Lo scioglimento dei ghiacciai, la variazione della temperatura oceanica e il cambiamento del livello del mare, sono solo alcune delle conseguenze che stanno minacciando intere specie, le quali potrebbero persino rischiare l’estinzione. Ma oltre alle creature selvatiche, ad essere minacciati dal riscaldamento globale potrebbero essere anche gli animali domestici.
Secondo uno studio britannico, infatti, i pets che vivono ‘al sicuro’ all’interno delle nostre case potrebbero presto subire le conseguenze degli sbalzi climatici. Gatti, porcellini d’india, criceti o conigli potrebbero soffrire del riscaldamento globale ed essere colpiti da improvvisi e pericolosi colpi di calore.
Uno studio condotto dalla Nottingham Trent University, avrebbe spiegato cosa potrebbe generare i rischi nei piccoli animali domestici in conseguenza al riscaldamento globale. Il professor Thomas Kingsley, a capo della ricerca, avrebbe rivelato all’Indipendent quali pericoli potrebbero colpire cani, gatti, porcellini d’india, conigli e gli altri pets domestici.
Oltre ai cani, di cui specialmente alcune razze si trovano soggette ai rischi dovuti dai colpi di calore, anche altre creature d’affezione potrebbero soffrire del continuo e preoccupante rialzo delle temperature globali. Sembra che, infatti, con una frequenza quasi costante, i veterinari si trovino costretti a soccorrere gatti, coniglietti, porcellini d’India vittime di colpi di calore anomali; conseguenza del già largamente citato riscaldamento globale.
Sembrerebbe che i quattro zampe non siano gli unici animali sensibili agli sbalzi climatici; anche in queste altre creature si sono riscontrati sintomi come difficoltà a respirare, sonnolenza e collasso tipici dei colpi di calore. Inoltre, l’aumento delle temperature, porta anche ad aumento dei parassiti e quindi di malattie che vengono trasmesse dai parassiti vettori. Per fare un esempio concreto, le zecche (che prima erano presenti solo in estate) adesso sono un problema tutto l’anno; ciò rende necessario sviluppare le profilassi anche nei mesi invernali.
L’alterazione delle stagioni avrebbe portato anche alla diffusione di malattie che prima erano più rare; la leishmaniosi, considerata prima una ‘malattia esotica’, oggi è sempre più comune tra i cani. In più, il riscaldamento globale e il cambiamento climatico non influiscono solo sulla salute degli animali, ma anche sul loro comportamento. Disturbi come ansia, paura o fobie, con l’aumento delle temperature, sembrano manifestarsi in maniera più frequente, oltre che accentuata. E per finire, il clima e suoi sbalzi termici, costringono molti animali a dover affrontare la muta in periodi diversi dell’anno; generando, a volte, anche problemi di natura dermatologica. Insomma, la crisi climatica è un fenomeno che non esclude nessuno dalle sue conseguenze preoccupanti; proprio per questo è fondamentale agire e subito.
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