Un dato drammatico dimostra come nel 2021 i cani avvelenati in Italia abbiano raggiunto i 44.000 casi; questo, secondo quanto chiarisce una nota diffusa dall’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, significa che, ogni 12 minuti, un cane è avvelenato. Ad incrementare la drammaticità della situazione il fatto che la maggior parte dei casi siano concentrati principalmente in quattro regioni; alla Calabria spetta il triste primato: con circa 7.000 quattro zampe avvelenati questa regione è considerata la ‘maglia nera‘.
Cani avvelenati: i numeri allarmanti
A seguire in maniera allarmante la Sicilia, dove i cani avvelenati nel 2021 raggiungono i 6.000 esemplari; in Sardegna gli animali colpiti da questa tragica situazione, causata dagli esseri umani, sono stati 5.300. Al quarto posto di questa drammatica classifica il Veneto; nella regione lagunare i quattro zampe vittime del veleno nel 2021 hanno superato i 3.000 casi. Seguono con oltre 2.600 cani avvelenati la Tostana e la Campania.
Un tragedia che miete vittime ogni giorno; polpette avvelenate, acqua tossica, sostanze pericolose e offerte volontariamente ai quattro zampe per causarne la morte. Sono i randagi gli animali principalmente colpiti, ma non mancano casi anche tra gli animali di proprietà; per loro, spesso, l’unica soluzione considerata è l’avvelenamento. Uccisi brutalmente e ‘a tradimento’, il numero dei cani avvelenati non può che generare sgomento.
Una soluzione senza giustificazioni
A sottolineare la drammaticità di questa condizione diverse associazioni animaliste; AIDAA lancia un comunicato ufficiale nel quale evidenzia i dettagli di questo agghiacciante fenomeno. Dei 44.000 cani avvelenati, l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente rivela: “Di questi sono oltre l’85% i cani randagi; mentre sono circa 6.000 i cani avvelenati di proprietà e purtroppo ben il 67% non ce l’ha fatta. Per quanto riguarda la Calabria da registrare un forte aumento degli avvelenamenti specialmente nella provincia di Catanzaro dopo la morte della giovane ventenne Simona Cavallaro avvenuta nel mese di agosto dopo essere stata morsicata da un gruppo di cani nella pineta di Satriano, questo fatto ha scatenato una reazione isterica a catena che ha portato a oltre 3.000 cani morti per avvelenamento negli ultimi mesi dell’anno in Calabria“.
Una ‘soluzione’ che, tuttavia, non può trovare giustificazioni e alla quale potrebbe essere posto un freno se solo venissero adottate misure di tutela per i randagi lasciati soli e abbandonati al loro destino. E discorso analogo andrebbe fatto per i cani di proprietà; occorrerebbe comprendere, infatti, che un quattro zampe pericoloso è un quattro zampe che non ha ricevuto la giusta educazione, è un quattro zampe lasciato solo, spesso indurito a causa di maltrattamenti o assenza di cure. Inutile chiarire, infine, come l’avvelenamento rientri tra i reati per la tutela degli animali; ma oltre che per la violazione della legge, questo fenomeno dovrebbe arrestarsi per la crudeltà immensa che esso rappresenta.
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