La protesta di AIDAA contro la nuova gabbia per gatti: “Oggetto di tortura”

Secondo quanto si apprende dal comunicato ufficiale lanciato da AIDAA, le dimensioni di una nuova gabbia per gatti non rispecchiano le misure di tutela dell’animale. L’associazione animalista, che da sempre ha a cuore i diritti di tutte le creature, s’indigna di fronte al nuovo strumento messo in commercio da un colosso cinese che dovrebbe agevolare ai proprietari la pulizia del proprio micio. Un oggetto che L‘Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente definisce “di tortura“. Una gabbia “minuscola” (45 x 12,5x 25 cm) dove “rinchiudere” i felini domestici per lavarli.

La nota di AIDAA: “Istigazione al maltrattamento

Già, in commercio nella grande distribuzione e in diversi siti internet, l’oggetto è fortemente contestato dall’AIDAA che ne richiede il ritiro immediato. Secondo l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente si tratterebbe di “uno strumento pericoloso che produce un forte stress ai gatti chiusi in quella struttura in acciaio per diversi minuti; che è possibile tranquillamente intendere come strumento di maltrattamento di animali“. La richiesta dell’AIDAA sembra chiara; come si legge in una nota diffusa dall’associazione: “La gabbia è di dimensioni piccolissime rispetto alla grandezza media di un gatto. Invitiamo le aziende che la commercializzano a toglierla dal mercato con effetto immediato e stiamo valutando una denuncia contro di esse per istigazione al maltrattamento di animali“.

Oltre a non rispettare la natura dei felini, che in genere provvedono alla loro igiene in maniera autonoma, questo strumento potrebbe essere in grado di arrecare danni alla salute del gatto. Per l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente risulta inconcepibile vendere e aggiungere nei cataloghi di prodotti per animali un oggetto simile. Lo strumento che si presenta come un possibile supporto per i proprietari, sembra non rispettare particolarmente le esigenze dell’animale; questo quanto si evince dal comunicato diffuso da AIDAA.

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