Il cigno nero: caratteristiche della specie rara

Prima ancora che venisse scoperto, il cigno nero fu citato da Giovenale; il poeta latino lo inseriva in una similitudine interessante e che rappresenta in qualche modo il senso metaforico che oggi viene attribuito a questo uccello dalle sembianze rare, ma reali. E se Giovenale scriveva nel II sec. d. C.: “Uccello raro sulla terra, quasi come un cigno nero (rara avis in terris, nigroque simillima cygno)”, oggi si potrebbe dire che dalla fantasia e dal caso è nato un modo di dire che fonda le sue radici sulla realtà.

Il cigno nero, conosciuto con il nome scientifico di Cygnus atratus, è un uccello acquatico che appartiene alla famiglia della Anatidae. La prima testimonianza della sua esistenza risale al 1697, quando Willem de Vlamingh vide il primo esemplare in Australia. A conferirgli il nome è il suo piumaggio, che in realtà è scuro solo all’apparenza poiché le piume interne delle ali sono bianche. Uccello imponente, lungo fino a 140 cm e con un’apertura alare tra i 160 e 200 cm; questo volatile si caratterizza per il becco rosso solcato da una striscia bianca. È considerato il cigno dal collo più lungo se proporzionato al suo peso e alla sua apertura alare.

La metafora del cigno nero

Benché dal punto di vista ornitologico si tratti di un esemplare di atatrus, al cigno nero si lega un forte valore simbolico. Forse per la sua rarità, combinata alla sua colorazione nettamente contrapposta al più noto esemplare di cigno reale, questo animale rappresenta un evento improvviso e straordinario. La metafora del cigno nero, infatti, indica un evento raro, imprevedibile e inaspettato che si connota sia della variante negativa che positiva. Secondo quanto si legge su Focus, la recente diffusione di questo modo di dire si può attribuire, in gran parte, a Nassim Nicholas Taleb; il filosofo e matematico libanese nel 2007 ha scritto il saggio Il cigno nero – Come l’improbabile governa la nostra vita, nel quale da una sua interpretazione della storia e anche della vita stessa segnate da eventi sorprendenti e spesso inspiegabili.

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Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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