Ogni anno circa 8 tonnellate di plastica finiscono in mare; questa forma di inquinamento mette a rischio la flora e la fauna marina. L’ecosistema marino si trova a dover combattere con i rifiuti che finiscono in mare e che, negli anni, hanno causato la morte di migliaia di creature. Secondo quanto riportato da un rapporto del WWF, oggi nei mari sono presenti 150 milioni di tonnellate di plastica; tartarughe, squali, balene, delfini sono solo alcune del milione e mezzo di vittime. Si stima che, se la situazione non evolve per il meglio, entro il 2050 il 99% degli uccelli marini avranno ingerito plastica e che in mare il quantitativo di rifiuti supererà quello dei pesci.
Sempre il WWF informa che “Sono 134 le specie tra pesci, uccelli, tartarughe e mammiferi marini che nel Mediterraneo sono vittime dell’ingestione di plastica“. Il Mediterraneo, caratterizzato da un’elevata biodiversità, è il più minacciato dalla microplastica; sui fondali sono stati trovati fino a 1,9 milioni di frammenti su una superficie di un solo metro quadrato. Ma da dove arriva questa plastica? Per la maggior parte dai consumi umani.
L’inquinamento causato dal monouso
Sono i sacchetti di plastica del supermercato, le cannucce di plastica, piatti, bicchieri e bottiglie d’acqua a causare la maggior parte dell’inquinamento da plastica in mare. Ed è, soprattutto, per questo che il Ministero della Transizione Ecologica ha emanato la direttiva Europea che dal 3 luglio 2021 vieta l’utilizzo della plastica monouso. La direttiva vieta la vendita, salvo esaurimento scorte nei magazzini, di oggetti in plastica risultati dannosi per l’intero ecosistema. L’obiettivo è quello di ridurre notevolmente il fenomeno dell’inquinamento, che sta danneggiando non solo il mare ma tutto l’ambiente, riducendo il consumo e quindi i rifiuti di plastica. Come si legge sulla pagina Facebook ufficiale del Ministero della Transizione Ecologica, lo scopo primario è: “Sviluppare un’economia circolare e un futuro sostenibile per tutti!“. La salvaguardia della natura e degli animali è fondamentale per la sopravvivenza di tutte le creature viventi, uomo compreso.
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