Rispetto agli esemplari nati all’inizio degli anni ’80, le balene sembrerebbero, oggi, più corte di circa un metro. A rivelarlo è uno studio sui cetacei del Nord Atlantico. Le cause di questo fenomeno pare siano rintracciabili nelle difficoltà che le creature marine incontrano, durante la loro vita in acque spesso contaminate dall’inquinamento e dalla, sempre più invadente, presenza umana.
I ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration di San Diego, in California, guidati dal professor Joshua Stewart, hanno analizzato dati raccolti da arei e droni, che hanno osservato il cambiamento delle balene nelle acque nord atlantiche. I dati hanno permesso di risalire agli anni di nascita degli esemplari studiati e i ricercatori hanno effettuato 202 misurazioni della lunghezza di 129 balene nate tra il 1981 e il 2019. Lo studio, pubblicato sulla rivista Crurrent Biology, ha riportato i risultati raggiunti sottolineando la differenza tra i cetacei nati in decadi diverse.
Lo studio ha dimostrato che le balene nate nel 1981 sono risultate, in genere, più lunghe rispetto alle balene nate da meno tempo; le misurazioni, effettuate su esemplari adulti, hanno suggerito che, in media, ogni anno le balene si sono accorciate di 2,5 cm. Oggi, dunque, una balena adulta misura circa un metro in meno, rispetto ad esemplari nati negli anni ’80. Joshua Stewart e il suo gruppo di ricerca ha evidenziato anche le possibili cause che hanno contribuito a questo evidente “accorciamento”.
Sebbene si tratti di specie protette, le balene del Nord Atlantico cadono spesso vittime di reti o altri attrezzi da pesca; l’energia, investita per liberarsi dalle trappole dei pescherecci, sarebbe stata altrimenti utilizzata per la crescita. A tal proposito, lo studio ha dimostrato che le balene le cui madri erano rimaste impigliate, durante il periodo di allattamento, erano più corte. A questa causa se ne aggiunge un’altra che si lega al cambiamento climatico; esso, infatti, sta pesantemente modificando la flora e la fauna marina e sta riducendo le fonti di cibo delle balene. L’autore della ricerca conclude, in fine: “Anche l’aumento di traffico navale le disturba, mentre si alimentano, perché le minaccia“.
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