Un’intera città, in Sicilia, piange la scomparsa di Tigro, il cane randagio divenuto la mascotte di Piazza Armerina; la sua storia commovente è raccontato dagli stessi abitanti del comune in provincia di Enna. Un servizio andato in onda su TGR Sicilia ha raccolto le testimonianze dei concittadini del quattro zampe; sono tanti coloro che hanno descritto l’indole pacifica dell’animale e che, nel consegnargli il loro ultimo saluto, hanno espresso molta tristezza per la sua morte.
Amato e coccolato da tutti, il cane randagio Tigro è morto da solo, come una vittima indiretta del Covid, afferma qualcuno. Ora la città ha pensato di raccogliere i fondi per fare erigere un monumento in ricordo del quattro zampe. Il sindaco di Piazza Armerina, Antonino Cammarata, ha rivelato ai microfoni della Rai: “È diventato paradossalmente un simbolo della nostra città e abbiamo voluto consegnarlo alle generazioni future con un piccolo monumento“.
Tigro, il cane randagio amato da tutti
Trovato nel 2012 dai volontari dell’Enpa, Tigro amava essere il “cane di tutti”. “Abbiamo capito subito che lui non voleva una famiglia, lui voleva LE famiglie. Voleva vivere con tutta la comunità“, confessa un’abitante del posto; “Si è fatto amare da tutti“, conclude la donna. Il cane randagio amava partecipare agli eventi pubblici e religiosi, sempre presente in prima fila in tutte le manifestazioni della città. Viveva nello spiazzo difronte alla Chiesa Madre del comune in provincia di Enna, accudito da tutti i cittadini di Piazza Armerina. Purtroppo però, le misure anti-Covid avevano limitato la circolazione delle persone per le vie della città e così Tigro si è ritrovato a morire da solo. L’allarme si era diffuso quando il cane randagio non era stato più visto, dopo qualche giorno la triste scoperta. Gli abitanti del posto hanno seppellito Tigro in un parco della città e nello stesso luogo verrà eretta la statua in ricordo del quattro zampe amato da tutta la comunità.
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