Così come i pesci che vivono in mare aperto, nei fiumi o nei laghi, anche gli esemplari d’acquario possono essere soggetti a malattie. Benché le patologie che si possono sviluppare tra le specie che vivono in natura e quelle che crescono in cattività potrebbero essere diverse, ogni sindrome può avere il suo risvolto più o meno grave. Ad ogni modo, qualsiasi sia la serietà del problema è sempre importante indagare sulle cause, al fine di poter garantire all’animale tutte le cure di cui necessita. Al tal proposito, una delle patologie più diffuse tra i pesci d’acquario è la malattia nota come “Del Buco”; questa sindrome si sviluppa principalmente in alcune specie e in certe determinate circostanze.
Si tratta di una malattia che potrebbe diventare fatale, ma se curata in tempo potrebbe permettere al pesce di sopravvivere. A quanto pare, benché si tratti di una malattia molto comune, non sono state individuate cause specifiche; ma esistono diverse ipotesi a riguardo. Si è riscontrato per esempio che la presenza del parassita flagellato, detto Hexamita, nell’acquario, sia una condizione comune tra i pesci che si sono ammalati della malattia del buco. Questo parassita infatti attacca il tratto intestinale, la milza e poi anche la cavità addominale e i reni dei pesci. E i sintomi sono spesso quelli riscontrati nella malattia del buco.
Questa particolare patologia si manifesta con la comparsa di di lesioni sulla testa del pesce. Si pensa altresì che questa malattia dei pesci possa essere causata da uno squilibrio minerale o vitaminico; che in certi casi può essere causato proprio da un aumento degli Hexamita nell’intestino. Benché la patologia, al suo esordio, possa apparire lieve è necessario agire subito; lo sviluppo della malattia potrebbe infatti portare a conseguenze molto gravi e persino alla morte del pesce. Se le lesioni si allargano infatti, possono diventare talmente profonde da interessare i muscoli fino alle ossa. I rimedi, per evitare conseguenze tragiche, possono essere innanzitutto: il miglioramento delle condizioni dell’acqua (che previene la presenza dell’Hexamita) e l’integrazione nell’alimentazione di vitamine e minerali. Indispensabile, in ogni caso, il consulto di un veterinario che potrà eventualmente prescrivere un antibiotico da somministrare nell’acqua.
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