Shock in Francia: fa sesso con una mucca e finisce in Tribunale

In Francia un uomo è stato denunciato alla Polizia per aver abusato sessualmente di una mucca di tre mesi. Il quarantaduenne è stato arrestato e sarà giudicato in Tribunale.

Nel comune francese di La Chapelle-sur-Erdre, vicino a Nantes, nella Loira Atlantica, un uomo di quarantadue anni ha abusato sessualmente di una mucca di tre mesi. A segnalare alla Polizia l’ennesimo episodio di zooerastia è stato il proprietario dell’animale, il contadino di una fattoria. Lo stesso abusante ha confessato di aver consumato violenza sulla mucca in tre diverse occasioni e di aver costretto l’animale a restare immobile al suo oltraggio.

I provvedimenti contro l’abuso

L’uomo è stato arrestato e messo in custodia per abuso di natura sessuale contro un animale domestico e sarà giudicato in Tribunale il 20 febbraio 2018. Secondo quanto riportato dal quotidiano generalista francese France Soir, il quarantaduenne rischia una multa di 30.000 euro. La cifra potrebbe essere aumentata nel caso in cui si accertasse che l’uomo esercita una professione legata al mondo animale.

Gli innumerevoli casi di zooerastia

Nonostante i duri provvedimenti contro questo genere di abusi, la zooerastia sta diventando una pratica sempre più dilagante. Si tratta di una psicopatologia sessuale che induce ad attuare la fantasia di accoppiarsi con un essere non consenziente e sottomesso, come nel caso degli animali. Il numero di casi sta aumentando considerevolmente, basti citare il caso risalente a un anno fa, dove a Brisbane, in Australia, una donna di 27 anni abusò ripetutamente il suo cane per poi finire in Tribunale, o l’abuso di un’asina da parte di un pastore nel parco della Caffarella a Roma. Di recente sono state segnalate al “Telefono Viola” dell’AIDAA (Associazione Difesa Animali e Ambiente) delle orge con cani in provincia ad Arezzo, consumate in una villa dove gruppi di uomini e donne hanno abusato sessualmente di cani di grossa taglia. Un fenomeno sempre più difficile da monitorare, perché a farne le spese sono gli animali che non sono in grado di denunciare.

 

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