I ricci sono mammiferi ricoperti da lunghi aculei che servono a difenderli dai loro predatori e dai forti impatti. Quando si accoppiano tuttavia riescono perfettamente a non pungersi tra loro. Com’è possibile? Ecco l’interessante risposta della scienza.
Il riccio, il cui nome scientifico è Erinaceus europaeus, è un mammifero appartenente alla famiglia degli Erinaceidae che riesce a difendersi dai predatori e dai forti impatti grazie al tipico rivestimento di aculei. Ogni esemplare ne possiede dai 6.000 agli 8.000, che possono raggiungere i tre centimetri di lunghezza e un millimentro di spessore. Grazie agli aculei i ricci sono del tutto invulnerabili, ma la domanda che sorge spontanea è: durante il periodo dell’accoppiamento come fanno ad avere un contatto senza pungersi ferirsi involontariamente?
Basti sapere che ogni aculeo ricci ha un muscolo innervato che ne permette l’erezione quando l’animale è in stato d’allerta o è eccitato. Per questo motivo le femmine permettono di farsi montare dorsalmente inarcando il corpo verso il basso. In questo modo il manto di aculei tende ad appiattirsi più facilmente, evitando che il maschio si ferisca il ventre.
Oltre alla particolare struttura degli aculei, i ricci non temono di pungersi a vicenda durante l’accoppiamento anche grazie alla loro struttura fisica. Le femmine riescono a facilitare il rapporto sessuale per via della posizione della vagina che è posta all’estremità posteriore dell’addome. I maschi sono agevolati a loro volta dalle dimensioni del loro organo riproduttivo, che può superare la metà della loro altezza fisica.
Anche al di fuori delle fasi di accoppiamento è molto difficile che questi animali si pungano accidentalmente tra loro. Ad esempio, dopo il periodo della gestazione anche i cuccioli nascono già ricoperti di aculei ma sono in un primo momento ricoperti da una membrana, in modo che la madre non venga ferita dall’interno. Ciò li rende dei mammiferi unici in grado di ferire con i loro aculei soltanto animali di altre specie e mai un proprio simile.
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