Capire i gatti non è difficile se si ascolta il loro linguaggio: ecco una mini guida dei 6 suoni felini più comuni e il loro significato
Capire il linguaggio del micio non è così difficile come sembra. O, almeno, non dovrebbe esserlo per un proprietario. Perché è vero che gran parte della comunicazione felina è “non verbale” e che, quindi, a essere importanti da leggere sono soprattutto gli atteggiamenti e i movimenti, ma è anche vero che i gatti “sanno parlare” ovvero si esprimono benissimo anche con la “voce”. A seconda della situazione, infatti, i mici sono in grado di modulare i miagolii differenti e con molteplici varianti. Alcuni riflettono la felicità, mentre altri espongono preoccupazione, paura, o addirittura rabbia. Recentemente, il sito www.diregiovani.it ha pubblicato una piccola guida che distingue 6 suoni principali, eccoli.
Numero uno: il comune “miao”. E’ sicuramente il suono più sentito, ma forse quello che ancora non sapete è che il miagolio di un gatto adulto viene usato quasi esclusivamente per comunicare con gli esseri umani, piuttosto che con altri gatti. Pronunciato dai cuccioli quando hanno bisogno delle madri, questa vocalizzazione giovanile in natura svanisce con la maturazione. Ma, poiché i gatti domestici tendono a pensare a se stessi come nostra eterna prole, mantengono questa vocalizzazione accattivante per tutta la vita adulta. In generale, un gatto miagola quando vuole: attenzione, cibo o semplicemente salutarvi.
Due: le fusa. Sono di certo il suono più piacevole e ipnotico, tanto che ricerche su ricerche testimoniano come questo straordinario “rumore” porti con sé molteplici benefici, soprattutto per l’essere umano. In rarissime occasioni, inoltre, le fusa possono verificarsi quando il gatto è agitato per qualcosa. La chiave per distinguerle in questo caso è la postura del corpo: se le orecchie sono volte all’indietro e il corpo sembra teso, le fusa denotano preoccupazione per qualcosa.
Tre: il sibilo. Non ci sono dubbi sull’intento del sibilo di un gatto: significa che si sente minacciato ed è pronto a combattere se necessario. Il suono minaccioso è accompagnato da una schiena arcuata, peli gonfi, coda nervosa, orecchie appiattite e la bocca aperta, con i denti pronti a colpire. Alcuni, gatti particolarmente amichevoli potrebbero non sibilare quasi mai, mentre altri più timidi e riservati faranno ricorso al sibilo ogni volta che si sentono insicuri.
Quattro: l’ululato. Già, anche i gatti ululano: a differenza del miagolio felice, però, l’ululato è una sorta di lamento più lungo, più estenuante, che denota preoccupazione, disagio, preoccupazione territoriale o problemi di accoppiamento. E’ una comunicazione che avviene tra gatti che può significare “Voglio accoppiarmi” o “Non ti avvicinare”. Si può anche verificare quando un gatto non si sente bene, quando i sensi o le funzioni cognitive declinano, o quando qualcosa nel suo ambiente (forse un nuovo gatto) non sono di suo gradimento.
Cinque: il rumore dello sbattere i denti. Il gatto potrebbe sbattere i denti mentre con nostalgia guarda fuori da una finestra osservando un passero o uno scoiattolo su un albero. Sei: l’urlo. I gatti possono “urlare” durante l’accoppiamento o nel bel mezzo di una lotta. Queste urla primordiali avvengono spesso dopo un lungo miagolio minaccioso, e di solito culminano con una zampata o un morso.
Come regola generale, comunque, va detto che i gatti a pelo corto tendono a essere più “chiacchieroni” rispetto ai felini a pelo lungo. E se siete alla ricerca di un gattino loquace, prendere in considerazione alcune razze di origine asiatica, come il Siamese.
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