Uno dei canili di Roma, l’ex Poverello di Vitinia, è stato sgomberato e i 19 cani sono stati portati in una struttura privata. A spiegarci cosa accadrà Ilaria Iacobelli dell’Avcpp
Una vergogna. Secondo Ilaria Iacobelli dell’Associazione volontari canili di Porta Portese (Avcpp), ovvero una delle impiegate che da circa 20 anni si occupa dei cani e dei gatti senza famiglia della Capitale, non c’è altro modo per descrivere quello che è accaduto ieri mercoledì 24 febbraio al canile ex Poverello di Vitinia, sulla via del Mare. Quella struttura che ospitava 19 cani, quasi tutti anziani, in attesa di adozione (che, come sappiamo non è mai facile per meticci, figurarsi se non più giovani) è stata sgomberata dalle forze dell’ordine. Gli animali, inoltre, sono stati “deportati” come dice la Iacobelli in un rifugio privato, Villa Andreina, che per accudirli riceverà un indennizzo dalle casse comunali, dal quale difficilmente usciranno vivi.
Ilaria, perché questi cani sono stati portati via?
Perché questo è solo un altro passo di ciò che sta accadendo a Roma sotto gli occhi di tutti: si sta cercando delegare ai privati ciò che invece era del Comune, ovvero l’assistenza degli animali randagi. Lo avrei capito, forse, se il lavoro svolto fino a oggi fosse stato deludente, se i cani e i gatti fossero stati maltrattati, se non fossimo riusciti a farli adottare.
E invece?
Invece i numeri parlano chiaro: una città come Roma sono circa 10 i cani che entrano in canile ogni giorno. Ma noi siamo sempre riusciti a trovare una sistemazione alla maggior parte di questi. E qui tutti gli animali sono sempre stati trattati col massimo del rispetto.
Ma ora cosa accadrà ai cani che sono stati portati via?
Quelli che sopravviveranno, considerata l’età e lo shock subito, che da chi ha ordinato questa azione coatta non è stato minimamente preso in considerazione, probabilmente resteranno in quella struttura per sempre. Noi abbiamo avuto il permesso di visitarli 2 volte a settimana, ma solo previo appuntamento. Insomma, a discrezione di chi gestisce quel canile. Il che rende ancora più complicato il fatto che qualcuno possa vederli e adottarli.
Chi gestisce Villa Andreina non è interessato a farli adottare?
A loro non conviene. Prendono i soldi dal Comune in base al numero di cani che gli vengono affidati. Quindi hanno tutto l’interesse affinché i cani rimangano là per sempre. Senza contare che il posto sarà anche bello, anche perché una parte funziona come pensione per animali domestici, ma a curarli effettivamente sono solo 2 persone che si alternano, quindi è chiaro che non ci può essere la stessa attenzione che ci mettiamo noi dell’Avcpp.
Almeno, però, come dici tu il posto è bello…
Attenzione, ho detto che la parte della pensione è bella. I cani del canile sono tenuti in box, non ci sono ciotole ma mangiatoie comuni, il che vuol dire che chi è più veloce mangia e chi resta indietro muore di fame. Inoltre, non ci sono cucce o giacigli, i cani dormono sul pavimento dei box spesso umido, perché le gabbie vengono pulite con le pompe e non asciugate.
Insomma, ancora una volta, a rimetterci davvero saranno gli animali.
Già. Quello che ancora non si è capito forse di tutta la questione di questi mesi è che noi agli animali ci teniamo veramente. Guardate le immagini che sono state diffuse ieri sui social: di fronte a quello spiegamento di forze che nemmeno per dei criminali veri e propri si è mai visto, noi volevamo solo tutelare i cani. Non abbiamo mai chiesto stipendi d’oro o chissà quale privilegio, noi vogliamo solo che vengano rispettati i diritti dei lavoratori, come dovrebbe accadere in ogni luogo. Non si possono fare gare d’appalto senza considerare il costo dei lavoratori, come invece è stato fatto. E’ assurdo, e non si può pensare che nella Capitale d’Italia la questione animali sia lasciato solo all’iniziativa privata o al buon cuore dei volontari che ci rimettono di tasca loro.
C’è una soluzione?
Non smettere di parlarne e far capire esattamente ai cittadini cosa accade.
E noi di Velvet Pets di certo non smetteremo.
Foto by Facebook
Pubblicato da Maria Simonetta Diamante su Mercoledì 24 febbraio 2016
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