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Gatti e bambini: 5 falsi miti che vanno sfatati

Crescere con un animale domestico non può che fare bene a un bambino, perché gli insegna a essere compassionevole, lo responsabilizza e lo rende più aperto. In poche parole, una persona migliore. Senza contare i vantaggi per la salute: in base a recenti studi chi cresce con un peloso in casa si ammala meno d’asma ed è anche più intelligente. Eppure, ancora oggi, molte persone hanno dei pregiudizi in tal senso, specialmente quando si tratta di gatti, spesso derivanti da “falsi miti” che andrebbero sfatati. Il sito www.lifegate.it, ad esempio, ne ha raccolti 5: noi ve li presentiamo.

Primo: i gatti provocano malattie pericolose per i bambini. Nonostante la diffusa preoccupazione, sono ben poche le patologie che i felini possono trasmettere agli esseri umani. Un bambino sano, che non sia immunodepresso e non stia sostenendo terapie farmacologiche particolarmente impegnative, può dunque convivere senza problemi con uno o più gatti. Per evitare rischi è sufficiente, oltre a rispettare le norme igieniche più elementari, che il felino sia sottoposto a regolari controlli veterinari ed eventuale profilassi, soprattutto per quanto riguarda vermi e parassiti esterni. Due: i gatti soffocano i neonati nel sonno.
I gatti, di solito, amano i luoghi soffici e tiepidi come le culle ed è bene che ne abbiano libero accesso. Ma, se siete in ansia, per evitare problemi, è sempre bene non lasciarli mai soli con i bimbi.

GATTI: LE RAZZE PIU’ ADATTE PER I BAMBINI

Tre: i gatti causano allergie. Se un soggetto è allergico al pelo di gatto, lo sarà a prescindere dalla sua eventuale convivenza con un micio. Quattro: inalare un pelo di gatto può causare danni gravissimi. In realtà, l’unico vero problema che può essere causato dal pelo, dalla forfora o dalla saliva del gatto in soggetti predisposti, bambini o adulti che siano, è l’allergia (vedi punto numero 3). Cinque: i gatti sono gelosi dei bambini. L’arrivo di un neonato in casa rappresenta senz’altro un cambiamento importante per ogni essere vivente. Un po’ di diffidenza nei confronti del nuovo arrivato potrebbe quindi essere fisiologica. L’importante è evitare di escludere il micio dalle normali attività e dalla vita del piccolo, coinvolgendolo e permettendogli di avvicinarsi a lui e ai suoi oggetti e dedicandogli tempo e attenzioni.

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Redazione

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