Chi ha un cane è più felice di chi ha un gatto. Lo studio

Dopo la recente ricerca che afferma che i cani amano i loro proprietari 5 volte più dei gatti, ecco un altro studio destinato a far discutere soprattutto chi condivide la propria esistenza con un felino: secondo i ricercatori del Manhattanville College di New York chi ha un cane in casa è più felice di chi ha un gatto.

Gli scienziati americani, infatti, sostengono che chi vive con un 4 zampe (che abbaia) è meno soggetto a nevrosi e capace di maggior concentrazione rispetto a chi ha in casa un micio. La ricerca si intitola La felicità è un cucciolo caldo? (la citazione viene dai Peanuts di Charles Schulz) e ha indagato il rapporto tra 263 persone e i loro animali. I risultati hanno indicato che chi vive con un pet, nel complesso, non si differenzia sensibilmente dal resto della popolazione in termini di felicità, emozioni positive e tratti di personali. Tuttavia, quando il confronto è interno al gruppo, le differenze iniziano ad emergere con una certa irruenza: gli amanti dei cani ottengono punteggi più alti rispetto ai compagni fedeli dei gatti.

I proprietari di cani, quindi, si sono dimostrati più felici rispetto a quelli di gatti, un fatto che può essere parzialmente spiegato dalla personalità, dallo stile di gestione delle emozioni e dalla soddisfazione dei bisogni. Agli intervistati sono stati sottoposti dei questionari mirati, dove sono stati vagliati 4 indici di benessere personale: la felicità percepita, la soddisfazione di vita, le emozioni positive e quelle negative. In base alle risposte i cinofili hanno superato la controparte nelle prime 3 categorie, mentre gli appassionati di Micio hanno conquistato il podio nell’ultima, quella meno ambita. Lo studio, tuttavia, non sembra entrare nel merito delle motivazioni che caratterizzano questi risultati. E di certo si scontra con la realtà di chi ogni giorno passa la propria esistenza in compagnia di un felino o di un altro animale domestico che sicuramente dà e riceve amore. La domanda sorge spontanea: ma queste ricerche aiutano davvero a vivere meglio?

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