Che l’industria alimentare del pet food non conosce crisi ne abbiamo già parlato: nel nostro Paese, infatti, se esiste un settore in costante crescita è proprio quello del cibo per cani e gatti. Perché niente è abbastanza per i propri amici domestici e quando si tratta della loro salute (o almeno è questo che ogni proprietario pensa) non si bada a spese. E proprio di questo si è occupata domenica 6 dicembre Report, la trasmissione di Raitre condotta da Milena Gabanelli, che grazie all’inviata Sabrina Giannini ha realizzato un’approfondita inchiesta sull’industria alimentare animale di cui vale la pena discutere.
In sostanza, la Giannini ha cercato di fare luce su un settore che per molti versi è ancora poco trasparente e c’è una cosa che salta subito agli occhi: tutte le aziende produttrici contattate (sia in Italia, che Europa e Stati Uniti) hanno rifiutato di mostrare alle telecamere di Report i loro stabilimenti, e stessa cosa hanno fatto i loro fornitori di scarti di macellazione e farine di carne. “Negli ultimi 10 anni la spesa degli italiani per i loro cani e gatti è aumentata del 70 per cento – dice la giornalista – La voce che ha inciso in questa impennata è il passaggio al cibo industriale. Uno dei pochi settori che non soffre la crisi. Dietro c’è una grande idea: trasformare in oro gli scarti di macellazione. Profitti notevoli, non a caso i fondi di investimento stanno puntando i loro milioni sulle aziende che producono il cibo per cani e gatti, e su quelle che lo distribuiscono“.
Perché la cosa che salta subito all’occhio vedendo il servizio di Report è la difficoltà di capire cosa si stia realmente dando al cane o al gatto: le percentuali di carne e pesce sono minime e spesso neanche riportate correttamente (come non si sa nulla della loro provenienza). Ma anche la dieta fai-da-te se non stabilita insieme a un veterinario nutrizionista in base alla taglia, alla razza e alle abitudini del cane o del gatto potrebbe causare gravi mancanze nell’organismo dei pelosi. Eppure di veterinari esperti in nutrizione, almeno nel nostro Paese, ce ne sono davvero pochi: tanti si limitano a consigliare il cibo preconfezionato e a cambiarlo di volta in volta come fosse una mera operazione di marketing, ma senza nessuna consapevolezza e cura dell’animale. Insomma, gli italiani amano i loro cani e gatti come figli ma, almeno al momento attuale, l’industria non sembra affatto allineata con quelle che sono le vere esigenze dei cittadini, e gli interessi economici (come in tutte le cose ahimè), sembrano avere la meglio. Le cose cambieranno mai?
Foto by Report
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