Le persone buone esistono. La solidarietà, l’altruismo, la tolleranza non sono sentimenti estinti. Oggi più che mai, dopo tutto quello che è accaduto ieri notte 13 novembre nella città di Parigi, piegata ma non spezzata da diversi attacchi terroristici che hanno causato centinaia di morti innocenti, abbiamo bisogno di esempi positivi. Come quello costituito da una realtà tutta nostrana, ovvero Il Fagiolo di Piccolo e Gina, un rifugio per cani disabili che somiglia più a una “casa famiglia” che a un canile, e che da circa un anno opera a Candiana, in provincia di Padova, grazie alla volontà e all’impegno di Nicoletta Cisventi, una milanese trapiantata in Veneto da diversi anni.
Qui, come scrive il sito www.mattinodipadova.com, Nicoletta oggi ospita 26 animali in 300 metri quadrati di abitazione e 800 di giardino. Di questi pelosi 15 sono inabili a causa di patologie curate male, di feroci maltrattamenti o di gravi incidenti e per muoversi hanno bisogno di uno speciale carrello. “Mi aiuta Antonella, un’altra volontaria – ha detto al quotidiano la Cisventi – qui con me tutto il giorno ad occuparsi dei ‘fagiolini’“. Ma tutto questo non sarebbe stato possibile se, alle loro spalle, non avessero avuto Alessandro Ortolan, presidente di Carrellini Disabili, un’associazione della provincia di Treviso che si occupa di produrre questi strumenti indispensabili per cani che hanno problemi motori mantenendo prezzi accessibili per i rifugi.
Per il resto, come sempre accade in questi casi, si fa affidamento sulle risorse individuali e sulle donazioni. I cani, inoltre, arrivano un po’ da tutta Italia e non solo. Anastasia, ad esempio, è l’ultima arrivata ha una gran brutta storia alle spalle: è stata picchiata e gettata nell’immondizia. Ha solo un anno e mezzo e forse perderà una zampa. Poi c’è Luka, il monello di casa arrivato dalla Serbia, un vero e proprio diavoletto, col suo carrello riesce persino a fare delle incredibili capriole. Ovviamente, quasi tutti i cani ospiti di Il Fagiolo di Piccolo e Gina sono in cerca di una nuova casa: “E’ il nostro desiderio più grande – ha concluso Nicoletta – una mamma per ognuno di loro, per far posto ad altri che hanno bisogno del Fagiolo“.
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