Si chiama Teo Mariscal, è spagnolo, ed è uno dei più noti addestratori di cani a livello mondiale, nonché il direttore della Fundacion Bocalan. Proprio Teo, i prossimi 5 e 6 settembre sarà in Italia, al Dog Park di Ottaviano, in provincia di Napoli, centro nazionale di educazione e formazione cinofila Enci, per tenere le lezioni inaugurali di un corso rivolto ad aspiranti tecnici-esperti in terapia assistita con gli animali. E proprio Teo è stato intervistato da La Repubblica su quello che secondo lui è il compito di un vero addestratore.
“Se dobbiamo stare a tale distinzione (secondo cui l’addestratore agisce per ottenere dall’animale prestazioni a beneficio dell’uomo, mentre l’educatore si propone di insegnargli comportamenti adatti a favorire la reciproca convivenza, ndr.) mi colloco fra gli educatori – ha detto alla giornalista Margherita D’Amico – Credo fermamente nel rinforzo positivo, ovvero premiare il progresso anziché rimproverare l’errore</em>”. Secondo Mariscal, inoltre, non è una definizione a rendere migliori, ma a fare la differenza sono metodo, mentalità e atteggiamento. E lui, dall’alto della sua esperienza, ha ottenuto tantissimi risultati, soprattutto con i cani problematici, magari quelli che vivono in canile e sono soggetti a stress e ansia, che riescono così a essere reinseriti in famiglia.
Fra i progetti internazionali portati avanti dalla sua fondazione, inoltre, c’è la pet theraphy e ad alcuni esemplari si insegna addirittura a monitorare i malati di diabete scoprendo, grazie all’olfatto, l’ipoglicemia. Per raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo, è indispensabile che i cani impiegati nelle attività assistite godano di equilibrio, e il sistema, sempre più condiviso, si basa appunto sul rinforzo positivo. “Purtroppo, in passato – ha proseguito – qualche volta mi è capitato di punire: non solo mi sono sentito a disagio, ma ho verificato che non funzionava in modo duraturo. Mi sono perciò profondamente convinto della strategia opposta“.
Già da qualche tempo, infine, Mariscal e il suo team si dedicano agli animali esotici custoditi negli zoo. “Premesso che nessun tipo di reclusione è giustificabile, con interazione, gioco e rinforzo positivo, rendiamo più varia e sicura la loro vita, formando in tale direzione il personale e i veterinari delle strutture“. “La nostra società sta cambiando – ha poi concluso l’addestratore – più della metà delle famiglie ha un animale in casa, cui viene attribuito un ruolo di fondamentale importanza“. E alla giornalista che gli fa notare che anche le violenze contro gli animali sembrano in aumento, lui risponde: “Secondo me, grazie ai social network, ne veniamo a conoscenza più facilmente, mentre prima ignoravamo“. E probabilmente ha ragione.
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