Ha appena compiuto 24 anni (il 30 maggio scorso) e per regalo di compleanno ha ricevuto una confezione da 20 chili di crocchette per gatti. Perché ormai anche gli amici della cestista e modella Valentina Vignali conoscono la sua passione per il mondo felino in generale che l’ha portata in soli 2 anni a condividere casa e trasferte con ben tre esemplari, tutti molto diversi tra loro: Gatto, Liquirizia e Jafar. Ed è proprio per parlare di animali che l’abbiamo contattata ora che è tornata a Roma, in forze alla Lazio Pallacanestro.
Valentina come nasce questo attaccamento ai gatti?
Mi sono sempre piaciuti, fin da quando ero piccola. Mi ci è voluto un secolo per convincere i miei a pendermene uno. Mia madre era fissata con la pulizia ed era convinta che prendendo un animale in casa sarebbe stato un disastro. Poi invece è arrivata Duchessa, che ancora oggi vive a Rimini con i miei genitori, e naturalmente anche lei si è affezionata subito.
Ma poi tu hai dovuto lasciarla…
Già. Quando ho iniziato a girare per l’Italia, principalmente con il basket, ho pensato che un gatto non avrebbe gradito questo tipo di vita. Ma siccome gli animali mi mancavano troppo, avevo preso un criceto per farmi compagnia, che poi era una femmina, e che purtroppo è morta l’anno scorso. Poi il destino ha voluto diversamente: un paio di anni fa, quando giocavo ancora con il Sora, una volta dopo gli allenamenti ho trovato un micetto infreddolito in strada. E che altro potevo fare se non portarmelo a casa?
E poi?
Dopo qualche tempo mi sono imbattuta in un altro cucciolo abbandonato, era una femmina tutta nera che ho chiamato Liquirizia. Gatto, così si chiama il primo, e Liquirizia sono inseparabili, sono cresciuti con me e con loro ho già cambiato tre città diverse, ma si sono sempre abituati subito. Dove sto io stanno loro, non sono territoriali, preferiscono me e Stefano (Laudoni, fidanzato della Vignali, ndr.) alla casa, in effetti forse sembrano più cani che gatti.
Ma ora i gatti sono tre.
Già, a ottobre ho preso anche Jafar, un Rag Doll. E’ l’unico che ho comprato da un allevatore, perché avevo sempre desiderato un gattone dagli occhi azzurri. Ho pensato: dove si mangia in due, si mangia anche in tre. E devo dire che mi è andata benissimo, perché vanno tutti molto d’accordo. E poi basta essere un po’ organizzati e anche la casa rimane pulita, loro sono buonissimi e non fanno mai dispetti, persino mia madre si è dovuta ricredere.
Quindi a breve ne arriverà anche un quarto?
Se fosse per me anche il quinto, il sesto e via dicendo. Ma so che devo fermarmi, non posso riempire la casa di gatti, soprattutto questa di casa. Però in effetti l’altro giorno sono andata a vedere la cucciolata di gattini rossi di una ragazza che ho conosciuto via Facebook. Mi piacciono tanto i gatti rossi, non ne ho mai avuto uno. Ma stavolta li ho solo guardati, giuro…
Da un lato, ma quello che posso fare io non è nulla rispetto a quello che fanno tutti i giorni le associazioni di volontari che si occupano degli animali in difficoltà. Ho contribuito alla causa di Andrea Cisternino, un uomo che ammiro molto per la caparbietà, dopo quello che è successo al suo rifugio di Kiev (che è stato incendiato), probabilmente un altro sarebbe rientrato in Italia. E invece no, lui è rimasto per aiutare quelle povere bestiole. E poi ogni tanto porto qualcosa da mangiare anche al gattile di Monza, ma in fondo sono piccole cose.
E i cani?
Anche loro mi piacciono moltissimo. Ma non ne ho mai avuto uno tutto mio. Per ora mi accontento di coccolare Step, il boxer del fratello del mio fidanzato. Chissà, primo o poi…
Foto by Valentina Vignali