Appiccano il fuoco a Rifugio Italia di Andrea Cisternino: morti 75 cani

Settantacinque cani arsi vivi. E’ questo il terribile bilancio del rogo appiccato in Ucraina al Rifugio Italia di Andrea Cisternino, fotografo e attivista italiano impegnato nella tutela dei randagi (lo stesso che aveva denunciato il massacro dei trovatelli ucraini in occasione di Euro 2012). Secondo quanto reso noto proprio da Cisternino, le autorità ucraine avrebbero minimizzato l’accaduto che sarebbe invece da ricollegare all’impegno animalista svolto dal volontario. Un vero e proprio atto intimidatorio, dunque, preannunciato dalle numerose minacce ricevute da Andrea e dal suo staff in questi mesi.

E mentre ancora si cercano i cani superstiti sfuggiti all’incendio (dovrebbero essere più o meno 15), proprio Andrea scrive sulla sua pagina Facebook:”Boris non c’è più. Ci ho creduto fino in fondo, ci ho creduto tanto che si fosse salvato, abbiamo trovato il suo corpo purtroppo. Scusami Boris, Scusami. Intanto un altro cane scappato è tornato, è Irma“. Parole tristi e piene di sconforto per un uomo che ha dato molto alla causa animalista e che da anni lavora per difendere i cani dalle spietate persecuzioni dei “dog hunter” ucraini. L’Enpa (Ente nazionale protezione animali), nel condannare un atto criminale così riprovevole, esprime la sua solidarietà e vicinanza al volontario, da sempre in prima linea e nel farlo ricorda anche che, purtroppo, i criminali non hanno nazionalità.

Nel frattempo, per sostenere Andrea Cisternino e il suo operato sul web è nata anche una petizione aperta su www.firmiamo.it che invita a partecipare alla ricostruzione del Rifugio Italia e a aderire all’iniziativa per portare le firme raccolte al Parlamento Europeo e al Ministero degli Affari Esteri, nella persona del ministro Emma Bonino, chiedendo di tutelare un connazionale che si batte fra mille difficoltà per una causa civile e umanitaria. Per supportare la causa, basta andare al link e cliccare su “firma”.

Foto by Facebook

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