“Mi aspetto che l’Expo dedicato all’alimentazione sia anche un’occasione per riflettere sullo status degli animali, sulle sofferenze negli allevamenti intensivi… E’ inaccettabile che consideri gli animali soltanto come cibo“. Queste le dure parole dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente (Leidaa), durante l’incontro pubblico Expo e animali: un’occasione perduta? organizzato in collaborazione con l’Associazione italiana turismo responsabile, riportate anche sulla sua pagina Facebook ufficiale.
La tanto attesa manifestazione, che aprirà i battenti ufficialmente il primo maggio a Milano, non solo ha vietato l’ingresso ai cani e agli altri animali domestici, ma non ha nemmeno previsto nelle zone adiacenti aree dove poterli lasciare, limitando di fatto, secondo la Brambilla, l’accesso all’evento a tutti i possessori di pet che, va ricordato, in Italia, sono sempre di più. Per l’onorevole, dunque, esiste il rischio concreto di vedere una manifestazione ambiziosa anche dal punto di vista culturale, ridursi a una versione planetaria delle sagre di paese, dove i venditori (che in questo caso dovrebbero essere i Governi e le multinazionali) si contendono gli spazi per impiantare il chiosco e smerciare le proprie specialità.
Anche chi tiene in poco o in nessun conto il benessere degli animali negli allevamenti dovrebbe riflettere: basta dare un’occhiata ai dati diffusi dal Compassion in world farming (l’associazione che promuove un allevamento rispettoso degli animali) a proposito del nostro Paese. In Italia 60 milioni di persone condividono il territorio con 136 milioni di polli, 8,7 milioni di suini, 6,1 milioni di bovini, 73,5 milioni di conigli, e oltre il 50 per cento dei cereali prodotti nel Belpaese è utilizzato per nutrire gli animali.
TESSA GELISIO AFFERMA: GLI ANIMALI NON SONO PIGNORABILI
La deputata si chiede infine quale spazio si vorrà dare allo stile di vita vegano e vegetariano, a chi, cioè, vuole comunque orientarsi verso una forma “più responsabile” di alimentazione: 75 milioni di persone globalmente, con tendenza all’aumento (tra i 4,2 e i 7 milioni in Italia secondo le ultime stime). “Ignorare questa domanda e tutto il mondo che c’è dietro sarebbe un gravissimo errore – ha concluso – non solo perché accrediterebbe ulteriormente l’immagine dell’Expo come vetrina privilegiata dei grandi gruppi, della grandi filiere e dei grandi interessi, ma anche perché significherebbe trascurare una parte non indifferente del mercato“.
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