Considerati troppo spesso dipendenti dall’uomo, qualcuno potrebbe chiedersi se i cani siano in grado di sopravvivere senza gli esseri umani. Quello che si identifica come ‘lupo domestico – cane’ è un’invenzione puramente umana. Ma questo ha portato a credere che, nei secoli, il Canis Lupus abbia instaurato un rapporto di interdipendenza con gli umani. La scienza rivela come stanno realmente le cose.
Quanto comunemente si è portati a pensare che i cani dipendano dall’uomo? Potremmo rispondere a questa domanda riportando una percentuale piuttosto elevata. Il rapporto tra cane e uomo fonda le sue origini nella Preistoria e questo ha portato a credere che il Canis Lupus sia legato da un rapporto di interdipendenza all’uomo, tanto da non poter sopravvivere senza. Per risolvere questo ‘enigma’ la redazione di Live Science ha pensato di intervistare alcuni esperti, provando a ricostruire quale potrebbe essere il destino dei quattro zampe se ‘apocalitticamente’ l’uomo dovesse scomparire. Come chiarisce Focus, sempre sull’argomento è stato scritto un libro dal titolo I cani senza di noi, di Jessica Pierce e Mark Bekoff.
Cani più felici senza gli uomini
L’autrice del testo sopracitato, Jessica Pierce, è una filosofa ed esperta di bioetica che, da circa dieci anni, si occupa di indagare sulle caratteristiche dei cani e dei loro proprietari. Per la Pierce, i quattro zampe non avrebbero alcuna fatica ad adattarsi in un mondo senza gli esseri umani. La filosofa, infatti, ha spiegato a Live Science che i cani sono lupi e, in quanto tali, conservano ancora gran parte del loro repertorio comportamentale. Di conseguenza sanno andare a caccia e prendersi cura di sé stessi. Di conseguenza, per la Pierce l’assenza improvvisa degli esseri umani non apporterebbe danni al cane, ma quest’ultimo dovrebbe solo far riaffiorare i suoi istinti primitivi e tornare alla fase prima dell’addomesticamento.
Tuttavia, occorre specificare in questo contesto che non tutti i casi si comporterebbero allo stesso modo. Per alcune razze, come ad esempio i brachicefali (carlino, bulldog, boxer…), avrebbero più problemi ad andare a caccia. Il loro muso schiacciato li esporrebbe, infatti, a più problemi di natura respiratoria. Inoltre, è bene precisare che un altro problema potrebbe essere riferito alla coda. A causa dell’uomo, alcune razze ne sono infatti sprovviste, o ce l’hanno troppo corta per poter essere usata come strumento di comunicazione. Tuttavia, senza l’uomo, i cani potrebbero riprodursi anche ‘rimescolando’ alcuni tratti genetici, facendo scomparire le razze pure e ristabilendo alcune caratteristiche indispensabili per la vita in natura.
Dopo aver analizzato tutti questi aspetti e rilevato i pro e contro derivati dall’assenza dell’uomo, Live Science si chiede se i cani sarebbero più felici senza le attenzioni umane. Per Friederike Range dell’università di Vienna, la risposta a questa domanda è affermativa. Sembrerebbe, infatti, secondo il parere di questo esperto, che per i quattro zampe sia più importante il cibo sempre a disposizione piuttosto che una carezza. Per Jessica Pierce, gli esseri umani tendono a sopprimere molti dei comportamenti naturali dei cani. Per esempio: la tendenza a scavare, a fare la pipì per segnare il territorio o altre restrizioni che, difatti, limitano la loro essenza, il loro istinto primordiale. Insomma, pare che liberi da questi ‘limiti‘ i quattro zampe sarebbero felici (magari di più) anche senza che un uomo gli faccia i complimenti. Perché ‘forse’, quest’ultimi, non sono poi così fondamentali come la libertà.